La Flc Cgil prende posizione nella querelle, "che sarebbe stucchevole se non fosse tragica", tra alcuni rettori di università italiane e il capo dipartimento del Miur, Giuseppe Valditara. Oggetto del contendere: l’Anvur, l’agenzia di valutazione, che è stata in questi anni "il braccio operativo dell’applicazione dell’ideologia della riforma Gelmini".

"Alla comunicata volontà del Miur di modificare poteri e responsabilità dell’Agenzia, alcuni rettori hanno risposto difendendo, senza se e senza ma, questo sistema di valutazione e chi lo incarna - scrive in una nota la Flc Cgil - Eppure, in questi anni il sistema universitario è stato defraudato delle risorse minime per funzionare, il personale è stato ridotto di quasi il 20%, gli studenti sono diminuiti invece che aumentare, si sono chiusi corsi di studio, gli atenei sono diventati più piccoli e più poveri, in feroce competizione tra di loro".

E secondo la Flc Cgil, Anvur ha avuto un "ruolo funzionale, di compartecipazione allo strangolamento dell’Università italiana, attraverso la legittimazione dei tagli e la riallocazione delle poche risorse sulla base di parametri a volte astrusi e incomprensibili e, più spesso, prodotto della peggiore ideologia neoliberale di trasformazione dei luoghi di produzione del sapere in aziende. Dietro la foglia di fico della valutazione si occultava (male) il disegno di ridurre il numero degli atenei per salvare poche eccellenze", sostiene il sindacato.

"Da tanto tempo diciamo che la valutazione non deve essere fatta per punire, ma per consentire di recuperare chi per qualche motivo, storico o geografico che sia, è rimasto indietro - conclude la Flc - Partiamo allora dalla necessità di modificare l’idea dominante in questo ultimo decennio di costruire atenei di serie A e di serie B e lavoriamo per costruire un sistema che attiri studenti e non faccia fuggire i migliori ricercatori. Che non si regga solo sul lavoro di migliaia di precari, ma torni ad essere un fiore all’occhiello del nostro Paese".