È necessario che la presidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo economico entrino nella partita della fusione tra Fca e Renault, per impedire che il peso politico determini il naufragio del negoziato, che Fca sta conducendo in assenza di un confronto con i sindacati. La Fiom chiede che il governo italiano favorisca verso il governo francese la riapertura del negoziato partendo da un punto irrinunciabile per i lavoratori e i rispettivi Paesi: il mantenimento dell’occupazione in Italia e in Francia”. Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom, e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile automotive, all'indomani dello stop nella trattativa per la fusione tra Fiat-Chrysler e il gruppo automobilistico francese.

L’eventuale fusione, nelle intenzioni delle rispettive proprietà, creerà valore per gli azionisti; ma il sindacato rivendica che aziende e governi garantiscano occupazione e lavoro. È obiettivo della Fiom aprire un confronto con i sindacati italiani e poi con quelli francesi, per stabilire posizioni comuni. Sarebbe un danno enorme per i lavoratori che governo e sindacati si dividano, accettando l’idea che la fusione possa prevedere riduzione dell’occupazione. La fusione deve servire ad avere più risorse per gli investimenti in innovazione e produzione e l’implementazione dei mercati. Non può accadere che Fca e Renault si uniscano e i dipendenti vengano divisi. I lavoratori hanno già pagato e continuano a pagare un prezzo: è ora che gli investimenti sui nuovi modelli e le nuove motorizzazioni, dall’ibrido all’elettrico, siano realizzati”, concludono i due dirigenti sindacali.