“I princìpi della Costituzione sono stati traditi. C'è stata una vera e propria prostituzione morale sul corpo sacro della nostra Carta”. Ha esordito così il presbitero e presidente di Libera don Luigi Ciotti: “Anche la resistenza è stata negli anni svuotata di contenuto, fino a diventare adattamento e non cambiamento”.

Per don Ciotti ci sono “momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un dovere morale, una responsabilità, un imperativo etico”. E dunque: “Non possiamo tacere. Anche io sono qui con voi per proteggere la nostra Costituzione, come cittadino, come italiano, come sacerdote”.

Il presbitero ha evidenziato che “il Vangelo sta innanzitutto dalla parte degli umiliati, dei poveri, degli esclusi, dei migranti, dei lavoratori, di chi sgobba e fa fatica”. E la Costituzione è stata scritta per dire “mai più povertà, discriminazioni e disuguaglianze, mai più guerre, mai più lavoro precario, in nero o lavoro schiavo”.

Don Ciotti ha orgogliosamente affermato di essere di parte: “Io sto da una parte sola, dei diritti, della libertà, della dignità delle persone”. Una “parte” che è disposta a “collaborare per le scelte politiche e democratiche, ma quelle giuste, mentre diversamente dobbiamo essere una spina propositiva al fianco di chi non fa ciò che è giusto”.

In questo senso, il presidente di Libera ha anche fatto un breve passaggio sulla magistrata di Catania Iolanda Apostolico: “La Costituzione rischia di essere l'ultima spiaggia di tante persone fragili e disperate, ma i suoi principi e il suo impianto sono vivi e sono il nostro futuro. Questa magistrata è stata bravissima, ha semplicemente applicato la legge e il diritto europeo”.

La costituzione, ha proseguito il presidente di Libera, è “il grimaldello delle coscienze, il dito nella piaga delle omissioni, lo specchio che riflette davvero ciò che siamo”. Ma è anche il “primo vero testo antimafia, perché la mafia non è solo quella delle bombe e degli omicidi, ma anche quella dei privilegi, dei poteri, della finanza sporca e spesso insanguinata”.

L’ultimo passaggio dell’intervento di don Ciotti è stato sulla solidarietà. “Questa non può sostituirsi alla politica e colmare i suoi vuoti”, ha detto il sacerdote: “Dobbiamo continuare a essere solidali, ma dobbiamo essere consapevoli che la solidarietà deve far esplodere le coscienze e non acquietarle, deve trasformare l'esistente e non rettificarlo. Dobbiamo dunque dire no alla rassegnazione, no alla neutralità, no alla malattia dell’indifferenza”.