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“Aly Baba ha lasciato questa terra”. Così recita il messaggio che i tuoi hanno inviato alla rubrica del tuo cellulare, e subito si è messo in moto un turbinio di telefonate e messaggi alla ricerca di una smentita. Un intreccio di chat, gruppi, comunità, comunanze. Confuse, costernate, che solo poche ore fa avevano letto e commentato una tua poesia.
Quasi nessuno sapeva della tua malattia, tranne i tuoi famigliari. Perché tu avevi voluto tenerla per te. Capisco questa tua scelta di discrezione. Del resto è sempre stato così, anche quando ti sei trovato, più di una volta, ad affrontare problemi, mai hai voluto trasformarli in casi politici. Hai sempre voluto affrontarli da te, senza strumentalizzazioni.
Era la cifra della tua personalità, della tua onestà politica e intellettuale, della tua fierezza. Ti ho conosciuto come dirigente nazionale della Cgil, responsabile dell'Immigrazione. Il primo dirigente di origine africana della Cgil, quello che ha dovuto sperimentare uno spazio e un percorso inedito, che ha costruito un'esperienza e una prospettiva per il protagonismo sindacale dei lavoratori e lavoratrici immigrati nel nostro Paese.
Io allora, nel 1978, ero segretario della Cgil di Viterbo e non sapevo ancora, che anch'io avrei fatto parte, molto intensamente, di quel percorso che avevi cominciato tu. La Cgil ti deve molto e spero che saprà valorizzare i tuoi scritti e le riflessioni che sono negli archivi. E che ancora oggi sono materiale di approfondimento per giovani studenti universitari a cui piace approfondire e fare ricerca sul tema immigrazione.
La tua cultura e la tua capacità di analisi, oltre che alla Cgil, l'hai messa al servizio anche di un’esperienza politica come responsabile del Forum immigrazione dei Ds e anche delle istituzioni pubbliche, come collaboratore del ministero dell'Interno. In ogni incarico hai operato con determinazione e responsabilità, raggiungendo un alto livello di autorevolezza.
Io saluto il fratello, l'amico, il compagno, il sindacalista, il politico, l'intellettuale sociologo, il marito, il padre esemplare dallo sguardo limpido e dal sorriso candido. Riposa in pace, Aly.