Passare da un governo che abolisce la povertà a un altro che la povertà la punisce è un attimo. E se la prima è la classica goffa operazione nazional-populista, la seconda è semplicemente abominevole, oltre che diabolica. Accanirsi sugli ultimi per brandire il feticcio del “ve lo avevamo promesso in campagna elettorale” è sì politicamente ineccepibile, ma umanamente deprecabile. Tratto somatico di una destra con la bava alla bocca, avida di sterili rivincite. E così a farne le spese non saranno i ricchi diventati nababbi grazie agli extraprofitti. A essere scherniti sul pubblico ludibrio, sono i cosiddetti occupabili orizzontali che, secondo il dogma meloniano, percepiscono l’assegno direttamente dal divano di casa. Contante come se piovesse, romanella di flat-tax, de profundis al reddito di cittadinanza, rivalutazioni ad minchiam delle pensioni, ritorno alla schiavitù dei voucher. Questa non è una manovra, è un’inversione a U contromano in autostrada.