Reporter Senza Frontiere ha presentato una denuncia per crimini di guerra commessi contro giornalisti palestinesi a Gaza - la terza denuncia di questo tipo dal 2018 - e contro un giornalista israeliano in Israele. Questi reporter, afferma l'organizzazione, sono stati vittime di attacchi equivalenti - come minimo - a crimini di guerra che giustificano un'indagine da parte del procuratore della Corte penale internazionale (Cpi). Lo scrive l'organizzazione sul suo sito. Depositata presso l'ufficio del procuratore della Cpi il 31 ottobre, la denuncia di Rsf descrive dettagliatamente i casi di nove giornalisti uccisi nel corso del loro lavoro dal 7 ottobre e altri due feriti, anche loro nel corso del loro lavoro.

Si cita anche la distruzione deliberata, totale o parziale, delle sedi di più di 50 organi di informazione a Gaza. Secondo il conteggio di Rsf, dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas sono stati uccisi 34 giornalisti, di cui almeno 12 sono stati uccisi nel corso del loro lavoro - 10 a Gaza, uno in Israele e uno in Libano. "La portata, la gravità e la natura ricorrente dei crimini internazionali contro i giornalisti, in particolare a Gaza, richiedono un'indagine prioritaria da parte del procuratore della Cpi. Lo chiediamo dal 2018. Gli attuali tragici eventi dimostrano l'estrema urgenza della necessità di un'azione della Corte penale internazionale".

Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti, organizzazione internazionale di tutela dei cronisti, il numero di vittime sarebbe ben peggiore: almeno 29, ventiquattro palestinesi, quattro israeliani e un libanese. I dati sono aggiornati a lunedì 30 ottobre. Quel giorno l'ultima cronista assassinata in ordine di tempo era Duaa Sharaf, palestinese, al lavoro per l'emittente Radio Al-Aqsa. La scorsa settimana, l'esercito di Israele ha comunicato alle agenzie di stampa Reuters e France Presse di non poter garantire la sicurezza dei cronisti al lavoro nella Striscia di Gaza.