Pubblica amministrazione, sanità, giustizia. Ma anche imprese, attività commerciali e quelle culturali, istruzione e ricerca. Insomma per far compiere il salto a tutti i settori economici e sociali del Paese è indispensabile digitalizzarlo. La Missione 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha questo come obiettivo: con gli investimenti previsti si dovrebbe assicurare la fornitura di banda larga e connessioni veloci.

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Innovazione, serve più Stato

Secondo la Cgil sarebbe utile riequilibrio tra pubblico e privato nel piano per connettere il Paese
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Secondo la Cgil “il Piano non prevede una politica industriale fondata su un nuovo ruolo economico dello Stato, bensì prevalentemente su incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, pur rafforzando le infrastrutture digitali della Pa (a partire dal cloud). Bisogna, però, frenare la disintermediazione digitale del servizio pubblico. Grande attenzione andrà posta sulla Legge annuale per il mercato e la concorrenza. Gli interventi su cultura e turismo dovrebbero essere inquadrati e resi coerenti in un Piano nazionale per cultura”.

Una nota certamente positiva, secondo la Confederazione di Corso d’Italia, c'è: gli investimenti nella connettività a banda ultra larga saranno destinati per oltre il 45% al Sud, così come verranno rivitalizzati i distretti dell’aerospazio delle regioni meridionali.

Tra i problemi aperti c'è il fatto che la dotazione di risorse è diminuita passando da 46,3 miliardi a 40,73. Ma soprattutto è cambiata, e non di poco, la distribuzione delle risorse disponibili dando il segno dell’operazione:

  • Il grosso è stato attestato sulle imprese con Industria 4.0 (13,97 miliardi), risorse per il turismo 5,00 miliardi circa, la rete 5G, la banda ultraveloce, infrastrutture satellitari (6,31 + 1,25 miliardi).
  • Per la pubblica amministrazione le risorse sono state ridotte, così come per la scuola e tutte le strutture pubbliche.
  • Ridotte anche le risorse per la cultura: solo 1,50 miliardi per infrastrutture materiali e immateriali, cifra totalmente inadeguata.
  • Ridotte le risorse per la Cybersicurezza, solo 0,60 miliardi metà della precedente previsione, con la cancellazione del progetto per l’Istituto di Cybersicurezza.
  • Ridotte e totalmente insufficienti le risorse per interoperabilità, cloud pubblico, gestione e governance dei dati, come sono insufficienti le risorse per assunzioni di personale qualificato e la formazione (1,65 miliardi).
  • Incremento anche alla posta sulle tecnologie satellitari ed economia aerospaziale (1,29 miliardi).
  • Ridotti le risorse per la Pa, 9,75 miliardi, con investimenti quasi inesistenti su reclutamento e formazione.