Non è sembrato casuale che ieri mattina, 8 novembre, negli stessi minuti in cui Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri annunciavano motivi e programma dei prossimi scioperi contro le politiche dell’attuale governo, l’Inca, il patronato della Cgil, presentasse in un evento organizzato alla sede del Cnel il proprio bilancio sociale di attività degli ultimi 5 anni. In quei numeri, in quella realtà specchio della condizione sociale di questo Paese affaticato da una lunga emergenza economica e sanitaria, in quel bisogno di patronato declinato nelle oltre 3 milioni e 600mila pratiche svolte e negli oltre 5 milioni di contatti gestiti dalle sedi Inca, si rintracciano i motivi che hanno spinto da mesi la Cgil a essere in prima linea nella richiesta di cambiamento. Non è un caso che il segretario organizzativo della confederazione, Luigi Giove, abbia scelto di chiudere l’evento ricordando a tutti che “l’Inca, cui si rivolgono soprattutto quelli che non arrivano alla fine del mese, è per la Cgil la prima antenna che ci dice se una legge è giusta o sbagliata, che ci dice dove va modificata. Chi lavora nel patronato è un sindacalista della tutela individuale che ci consente di superare gli ostacoli tra la Pubblica amministrazione e il cittadino. Per questo la tutela individuale è il primo tassello per costruire solidarietà tra le persone”.

Durigon: “Nel 2024 la riforma dei patronati”

La notizia più attesa arriva alla fine, quando il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon, impossibilitato da impegni urgenti ad essere presente, riesce a collegarsi e dice che il 2024 potrebbe essere l’anno della riforma dei patronati. “Una riforma che deve essere condivisa con le parti sociali per valorizzare questi istituti e il loro ruolo”. Il cantiere è aperto da tempo, per l’Inca quella della riforma è una promessa fondamentale e sarà un passaggio decisivo per il futuro della sua attività.

Un passaggio dell’intervento di Claudio Durigon

Brunetta: “La storia dei patronati è una storia di successo”

Una grande storia, quella del patronato, che guarda avanti e usa nuovi strumenti e nuovi linguaggi senza dimenticare le proprie radici, l’intuizione di Di Vittorio che comprese il bisogno di dare vita a una attività di tutela individuale per completare quella collettiva esercitata dalle categorie. Una storia caratterizzata dalla prerogativa costituzionale a conferma dell’importanza del ruolo esercitato. Un’importanza riconosciuta anche ieri da tutti gli attori che giorno per giorno dialogano con il patronato lungo la linea di confine delle prestazioni sociali. Governo, Inps e Inail innanzitutto.

“La storia della vostra rete, e di tutte le reti come la vostra – ha detto il padrone di casa, Renato Brunetta, presidente del Cnel, nel saluto iniziale – è una storia di successo del nostro Paese, non tutti i Paesi possono vantarla. Orgoglioso di essere oggi ospitante e ospite, qui nella casa dei corpi intermedi, del sindacato, del terzo settore, e voi siete tutto questo insieme. Per voi noi ci siamo. Il Cnel ha potere di iniziativa legislativa, di scrivere una legge e mandarla in Parlamento. Possiamo concentrare l’attenzione su tematiche di assistenza, che il Parlamento non ha avuto modo di affrontare”.

Pagliaro: “L’Inca si conferma primo patronato in Italia e all’estero”

"Siamo gelosi custodi e puntuali interpreti dello stesso obiettivo che ha ispirato la nascita dell’Inca oltre 78 anni fa: mettere al centro la persona con i propri bisogni”.

È con una punta di orgoglio che Michele Pagliaro, presidente dell’Inca, nella sua introduzione, snocciolando i numeri di questi anni, ricorda a tutti che “l'Inca si conferma primo patronato per volume di attività, in Italia e all'estero. Il Bilancio sociale 2022, presentato oggi al Cnel e riferito agli ultimi cinque anni, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia e poi successivamente agli ultimi avvenimenti bellici, che oltre a minacciare gli equilibri geo politici e la pace nel mondo, hanno riacceso i riflettori sulle ondate migratorie, traccia un quadro di forte crescita della domanda di tutela individuale da parte dei cittadini e cittadine italiani e stranieri”.

“L'Inca – ha detto Michele Pagliaro – con 800 sedi in Italia, che coprono la maggioranza dei Comuni, e 98 presenze all'estero, in Africa, Europa, Nord America, Sud America e Oceania, ha costituito una rete capillare che assicura assistenza previdenziale e socioassistenziale. La tutela individuale, di cui quotidianamente ci rendiamo protagonisti analizza, affronta e interpreta i problemi delle persone che si rivolgono alle nostre strutture, offrendo soluzioni su misura attraverso un'indiscussa capacità di decifrare il complesso mondo di norme e regole, via via sempre più stratificate, in una cornice resa ancora più complessa e difficile da un mercato del lavoro, ormai parcellizzato e frammentato, destinato a condizionare la vita lavorativa e post- lavorativa di una crescente moltitudine di persone''.

“Dal 2018 al 2022, ogni anno, l'Inca ha fornito mediamente oltre 500 mila consulenze personalizzate. Per quanto riguarda la tutela individuale contro gli infortuni e le malattie professionali, l'Inca promuove da anni la cultura dell'emersione per il riconoscimento dei danni da lavoro: dalla formazione nazionale, continua e costante ai propri operatori, ai seminari di aggiornamento ai propri medici e legali convenzionati, alla formazione dei delegati sindacali, al rapporto continuo e costante con l'Inail per ottenere l'integrale tutela prevista dall'ordinamento per i lavoratori e intervenire tutte le volte che l'interpretazione dell'Istituto va a restringere il diritto di tutela dei lavoratori”.

L’intervento integrale di Michele Pagliaro

Gelera: “Per l’Inps i patronati sono degli stakeholder fondamentali”

“Ci tenevo a essere qui perché per l’Inps i patronati sono degli stakeholder fondamentali: condividiamo passato, presente e futuro su quelli che sono i bisogni dei cittadini e dell'utenza. Un percorso importante che vede Inps e patronati impegnati per individuare gli effettivi bisogni dell'utenza sul territorio”. Queste le parole di Micaela Gelera, commissario straordinario dell'Inps. Gelera ha sottolineato che nel bilancio sociale del Patronato rivede “la storia dell'Inps degli ultimi anni, che ci ha visto insieme al patronato nel corso della pandemia nel soddisfacimento delle richieste dei cittadini per superare un momento molto delicato”.

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