Sono 1.340 gli esuberi definiti nel piano industriale Whirpool, a un anno dall'acquisizione di Indesit dal gruppo Merloni – 900 già previsti e il resto nuovi – con la chiusura dello stabilimento di Carinano (a Caserta) e del centro di ricerca e sviluppo di None (Torino). Un piano fortemente contestato dai sindacati, che hanno subito avviato una mobilitazione: a Fabriano è prevista per oggi (venerdì 17 aprile) un'ora di assemblea in sciopero in tutti gli stabilimenti.

“Se da un lato il piano contiene scelte industriali importanti per il nostro paese, sia in termini di investimenti che di volumi produttivi, con il rientro di produzioni attualmente fatte in Cina, in Turchia e in Polonia, dall'altro c'è la decisione di chiudere lo stabilimento ex Indesit di Carinaro in Campania e, seppur in tempi più lunghi, il trasferimento della ricerca e sviluppo sulle lavastoviglie con la chiusura del centro di None in Piemonte. Decisioni di chiusure che non possiamo condividere” affermano in una nota Michela Spera, segretaria nazionale Fiom, e Gianni Venturi, coordinatore nazionale per il gruppo Whirlpool-Indesit, dopo l'incontro di ieri (giovedì 16 aprile) al ministero dello Sviluppo economico - alla presenza del ministro Guidi e della sottosegretaria al Lavoro Bellanova - con il gruppo Whirlpool per l'illustrazione del piano industriale dopo l'acquisizione di Indesit.

Whirlpool ha presentato il piano relativo alle fabbriche del gruppo, mentre per quanto riguarda i centri direzionali il confronto è rinviato a giugno prossimo. “A Carinaro - affermano i due sindacalisti - sono più di 800 i lavoratori e le lavoratrici oggi occupati che si aggiungono alle migliaia di posti di lavoro già spazzati via. La Campania sta pagando un prezzo altissimo in termini di occupazione, siamo ormai alla desertificazione industriale di una delle più importanti regioni del Mezzogiorno. Non siamo più in presenza di singole vertenze ma di fronte a una vera e propria 'vertenza Campania' su cui il governo e la Regione devono dire cosa intendono fare e su cui chiediamo loro di intervenire immediatamente”.

Il confronto sindacale, che sarà avviato lunedì 20 aprile, “dovrà costruire risposte per tutti i lavoratori e tutti i siti del gruppo, solo così si salva l'industria e l'occupazione nel nostro paese”, prosegue la nota. Che così conclude: “Per conquistarsi queste risposte e accompagnare il confronto, ancora una volta i lavoratori di Whirlpool dovranno mettere in campo iniziative e mobilitazioni. La Fiom, come sempre, metterà al centro di questo confronto difficile con la multinazionale americana la difesa dell'occupazione e le prospettive industriali dei territori coinvolti e deciderà, come ha sempre fatto nel corso della difficile vertenza Indesit 2013, insieme ai lavoratori”.

Forte è anche la preoccupazione della Cgil Campania. "Il disinteresse dell'esecutivo - spiega il segretario generale Franco Tavella - in merito alla decisione di Whirlpool la dice lunga sull'impegno dimostrato dal governo nei confronti del Mezzogiorno. Questa regione non può permettersi altri 800 posti di lavoro persi in un territorio già desertificato dal punto di vista industriale". Tavella, quindi, chiede che "si avvii subito un confronto per evitare questo nuovo scempio".