"Dati davvero gravi e significativi". Così il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commenta quanto emerge dal XIII rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati presentato oggi. L'Italia, rileva il dirigente sindacale, "ha fra il 30 e il 40% in meno di laureati rispetto all'Europa e davanti un futuro fatto di bassa occupazione, precarietà, bassi stipendi, lavoro nero e, incredibilmente, ancora discriminazione di genere e per classe sociale di provenienza".

Fammoni sottolinea inoltre i dati della ricerca a 5 anni dalla laurea: "Il 15% dei laureati è ancora senza lavoro, ma anche fra chi lavora le cose non vanno meglio, con un 29% di laureati che a 5 anni ha ancora un contratto precario e, fatto gravissimo, con un raddoppio del lavoro nero".

Secondo il segretario confederale, quanto emerge "è lo specchio di un modello produttivo che non funziona, arretrato, basato prevalentemente sul costo e non sulla ricerca e la innovazione del prodotto. Ma è anche lo specchio di quanti danni ha fatto l'incentivare per legge la precarietà e l'utilizzo di un lavoro qualsiasi, spacciato come forma di ingresso verso la stabilità. L'ideologia della precarietà - conclude - produce questi risultati".