Meno visitatori, meno lavoratori: semplice equazione per il turismo che perde colpi. Stando al monitraggio di Federalberghi, i primi otto mesi dell'anno segnano una perdita del 2,6% di presenze nelle strutture ricettive, con gli italiani a un -5,6% e gli stranieri ad un +1,2%. Il calo di fatturato è stimabile attorno al 10% a "causa dei prezzi fermi ormai da tre anni e di accorte politiche tariffarie difficili da sostenere a lungo". E così il settore alberghiero ha perso il 2,6% di occupati rispetto allo stesso periodo del 2011. Un "calo generalizzato", spiega l'organizzazione, con un dettaglio del -2,8% del personale a tempo indeterminato e del -2,5% di quello a tempo determinato.

"Questi risultati - evidenzia il presidente Bernabò Bocca - mostrano un ridimensionamento parziale delle perdite previste grazie agli incrementi, anche significativi in alcune aree del Paese, della clientela straniera dalla quale partire per rimettere in moto uno dei pochi settori economici dell'Italia in grado di garantire comunque occupazione, che non delocalizza e porta sempre valore aggiunto all'intera filiera economica dei territori. Sollecitiamo dunque Governo e Parlamento - conclude il presidente di Federalberghi - affinché mettano subito mano a un articolato progetto di riorganizzazione politica, legislativa e finanziaria del settore per consentire alle migliaia di imprese che quotidianamente lavorano nel turismo e per il turismo di rialzare la testa e ridare forza e vitalità al Pil per il quale contribuiamo per quasi il 10%".

Il dossier descrive un'Italia a due velocità nel turismo, ma una volta tanto non divisa tra Nord e Sud: tra le regioni che crescono, infatti, ci sono la Campania (+2,4%), seguita dalla Sicilia (+0,6%) e dal Veneto (+0,2%). Tengono Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, mentre il calo maggiore si registra in Friuli Venezia Giulia (-11,8%), Toscana (-10,6%), Sardegna (-7,1%) e Puglia (-6%). In calo anche Piemonte (-4,8%), Liguria (-2,9%), Lazio (-2,8%), Lombardia (-0,8%).

Qualche dubbio sull'affidabilità di queste cifre arriva però dal direttore di Agenzia TurismoFvg, Edi Sommariva: "Sono attendibili a livello nazionale, ma approssimative per le singoli regioni". Sommmariva sostiene che il bimestre in Friuli Venezia Giulia non è andato benissimo, ma meno peggio di quanto ci si aspettava e di quanto riporta la Federazione. "Siamo in possesso di dati su tutto l'universo degli 800 alberghi della regione - specifica - e, come abbiamo anticipato, c'è stato un calo del 5,3% di italiani e un aumento del 4,4% degli stranieri, coerenti con i dati nazionali di Federalberghi che parla di -6% di italiani e di +1,1% di stranieri".