Ieri sera, 19 ottobre, c'è stato l’incontro tra gli studenti ed il sottosegretario del ministero dell'istruzione Davide Faraone a proposito dello Student Act, il pacchetto di provvedimenti per l'Università inserito nella Legge di Stabilità. All'incontro hanno partecipato anche i rappresentanti dell'Unione degli universitari e di Link - Coordinamento universitario.

Secondo quanto dichiarano i rappresentanti degli universitari, però, non si è andati oltre gli annunci. A quanto pare, infatti, non è stata presentata alcuna bozza che definisse i punti del provvedimento. “Non sono stati chiariti tutti gli elementi utili a sviluppare un confronto puntuale. Non vorremmo trovarci di fronte all’ennesimo annuncio elettorale”, ha commentato Andrea Torti, coordinatore di Link.

Il ministero, in ogni caso, ha ribadito la volontà di introdurre delle Superborse riservate a soli 400 studenti selezionati sulla base di criteri di merito, che però - secondo Link - non interviene sui problemi strutturali del diritto allo studio, ma rappresenta esclusivamente un intervento propagandistico e sbagliato in quanto crea un sistema parallelo dove a solo pochi eletti si garantisce un diritto allo studio solido”.

Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli universitari ha dichiarato: “Gli interventi previsti presentano luci ed ombre. Sicuramente positivo è l’incremento stabile di 50 milioni nel Fondo Integrativo Statale, accompagnato al fatto che nella discussione sui livelli essenziali delle prestazioni verrà accantonato il Decreto Profumo e si ripartirà stabilendo che è necessario incrementare i fondi destinati al diritto allo studio e non aumentando il numero di crediti formativi richiesti per accedere ai servizi”. Tutto questo, però, “non è sufficiente a superare la figura dell’idoneo non beneficiario, come inizialmente promesso.”

Tra i punti discussi, c'era anche la proposta sull’inserimento di una no tax area per redditi fino a 13.000 euro, che al momento non gode di un’adeguata copertura finanziaria andando a pesare direttamente sugli Atenei. “Una notizia in parte positiva - ha continuato la coordinatrice dell’Udu -, diventata indispensabile in un momento come questo in cui sempre meno famiglie possono iscrivere i propri figli all’università”. Tuttavia “la formulazione che ci è stata presentata contiene ancora alcune lacune”.

Tra queste, c'è sicuramente la presenza di crediti formativi minimi da conseguire per continuare a beneficiare dell’esenzione. Gli studenti chiedono invece che questo aspetto sia eliminato e sia previsto “un tetto massimo alla possibile tassazione che gli atenei possono imporre agli studenti, sia in termini di gettito sia in termini di importo massimo”. Resta poi da chiarire se la tassa d’iscrizione sarà eliminata del tutto, come promesso dal sottosegretario. “Questa è sicuramente una condizione necessaria per poter parlare di una vera no tax area, ma siamo molto perplessi sulle coperture presentate”.

Secondo Link, è infatti necessario incrementare il fondo destinato alle borse di studio, “portando a 200 milioni lo stanziamento nella Legge di stabilità, rispetto ai soli 50 milioni previsti, “insufficienti ad eliminare la figura dell’idoneo non beneficiario, come annunciato in precedenza dal sottosegretario”.

In ogni caso, le due associazioni studentesche concordano sul fatto che la proposta del governo rappresenta un passo avanti nella discussione “verso un sistema gratuito per gli studenti meno abbienti”, ma deve essere inserita all’interno di una regolamentazione complessiva della contribuzione. Per Udu e Link, infatti, “non è possibile riformare il sistema universitario senza coinvolgere gli studenti, destinatari ultimi delle manovre”. “Ora non ci si perda in un bicchier d’acqua - esorta infine Elisa Marchetti - e si dia reale ascolto alle nostre istanze: vogliamo che l’istruzione torni protagonista”, “per dare finalmente un futuro all'Italia”.