Il ridisegno della Pubblica Amministrazione produce effetti sui dipendenti degli enti direttamente coinvolti, ma non solo su di essi. Negli ultimi tre anni si sono alternate una serie di normative, con l’intento di ridefinire l’assetto strutturale della Pa, che hanno avuto effetti significativi anche sul ruolo e le funzioni delle società partecipate e speciali e sul sistema camerale. Società che, pur operando nella stragrande maggioranza esclusivamente per gli enti pubblici, sono inquadrate nei settori del privato e conseguentemente i loro dipendenti vedono applicati contratti nazionali dei diversi comparti, tra cui commercio, turismo e multiservizi.

Su questo tema mercoledì 21 gennaio si è svolto presso il centro Congresso Frentani a Roma alla presenza di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, un confronto tra i principali rappresentanti delle istituzioni e dei sindacati, coinvolgendo categorie del lavoro pubblico (Fp) e privato (Filcams). Il punto di partenza è stata un'analisi critica della situazione esistente: spending review del Governo Monti, Programma di razionalizzazione delle società partecipate dalla Stato e dagli Enti Locali del Commissario Cottarelli,  legge delega del Governo sulla PA, legge Delrio e legge Madia. "Una serie di interventi del governo, spesso sconnessi tra loro, che hanno dimostrato la totale miopia e i limiti di conoscenza e funzionamento dei servizi pubblici", ha denunciato il sindacato.

“Tutta la riforma della Pubblica Amministrazione ha visto quale leit motiv, l’avanzare della filosofia imperante della classe politica attuale, per cui tutto quello che è pubblico è solo un costo e chi lavora nel pubblico è un mantenuto della collettività” ha affermato nella sua relazione introduttiva, Elisa Camellini segretario Nazionale della Cgil, “ma non è con la politica dei tagli lineari e guardando solo ai parametri del patto di stabilità che si possono pensare riforme strutturali dell’intera macchina pubblica del nostro paese.”

Il sistema delle Camere di Commercio italiane è un universo composto da 105 Camere di Commercio (una per ogni provincia), Unioni Regionali, sedi distaccate, Centri Estero Regionali, Camere di Commercio Italiane all'Estero, Aziende speciali, Eurosportelli ed oltre mille partecipazioni in infrastrutture, società, consorzi ed altri organismi.

Nel corso dell'incontro è stato sottolineato che sono circa 70mila (su un totale di più di 950mila) i lavoratori riferibili ai settori della Filcams, comprensivi di chi opera nel sistema camerale, che vede coinvolti circa 3500 lavoratori solo nelle aziende speciali di diretta emanazione, più un numero non definibile di dipendenti delle altre partecipate dal sistema stesso.

“Affrontiamo un tema fortemente attuale: l’obiettivo di riformare la PA, riorganizzando il lavoro” ha affermato nel suo intervento, Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil, “dobbiamo costruire insieme, anche attraverso le Camere del Lavoro, una contrattazione inclusiva che mantenga pari diritti e pari dignità per i lavoratori pubblici e privati interessati”. 

“Siamo dentro una crisi con una fortissima disoccupazione e non abbiamo prospettiva, né ammortizzatori sociali e sostegno al reddito, né una qualificazione professionale” è quanto ha sostenuto Susanna Camusso segretario generale della Cgil intervenuta all’iniziativa. L’analisi delle normative e degli interventi in atto, non lascia dubbi: “l’idea che se si tagliano i servizi il personale migliora l’economia del paese, non funziona”.

Ma la Cgil insieme alle categoria coinvolte, Filcams e Fp prima di tutte, intende mettere in campo tutte le iniziative indispensabili alla tutela dell’occupazione e al buon funzionamento dei servizi pubblici, pur in un’ottica di razionalizzazione. "Avviare campagne di sensibilizzazione perché si superi il concetto che la Pubblica Amministrazione e chi vi opera è un mero costo e che la crisi attuale si risolve solo con la compressione della spesa pubblica; e provare a progettare regole comuni a partire dalla Governance e dalla responsabilità delle amministrazioni pubbliche", questo l'obiettivo dichiarato dal sindacato.

"Dobbiamo essere capaci di costruire una proposta che sia coordinata” ha concluso Camusso, “rivendicando certezza delle condizioni e strumenti che siano trasparenti, senza lavoratori di serie A o serie B”