Intervistato da RadioArticolo1 alla vigilia del voto del Parlamento europeo sulla libertà di informazione nel nostro Paese, il segretario nazionale della Cgil Fulvio Fammoni riflette allarmato: “Dalle ultime ricerche pubblicate risulta che i cittadini stanno perdendo fiducia nell’obbiettività dell’informazione e del servizio pubblico radiotelevisivo, in particolare nel telegiornale di punta”. Questo - ha osservato il responsabile della comunicazione della segreteria della Cgil - avviene “alla vigilia della riscrittura del Contratto di Servizio, con le sue conseguenze sul futuro del servizio pubblico, di fronte alle difficoltà di bilancio e alle ricadute sull’occupazione in Rai e nel settore radiotelevisivo”.

“Si può parlare, e in qualche modo giustificare - afferma Fammoni - il fatto che si perda gettito di canone al servizio pubblico radiotelevisivo? E lo si può fare giustificando l’evasione con la tesi che la Rai fa una informazione che non è gradita a Palazzo Chigi? Io credo che questo sia un caso assolutamente unico in Europa e che sia un esempio lampante di che cosa implica il conflitto di interessi”.

Per il dirigente della Cgil “deve essere chiaro che il canone non può essere usato come elemento di pressione, abbassato o alzato a seconda che si gradisca o meno l’informazione che viene fatta da parte del servizio pubblico. L’automaticità del canone per noi è sempre stato un fatto fondamentale, e il recupero dell’evasione è sempre stata una proposta importante anche per valutare l’ipotesi di esentare dal pagamento una fascia di cittadini”. Sottrarre risorse alla Rai, in questo specifico contesto, costituisce secondo il segretario nazionale della Cgil “Una forma per sottrarre al Parlamento, alla Commissione di vigilanza, agli organi preposti il controllo sul servizio pubblico per farlo diventare un’appendice del governo”.

Duro il giudizio anche sul tema delle nomine. “Mi chiedo - ha detto Fammoni - perché passi sotto silenzio il fatto che tantissimi professionisti che pure avevano svolto ottimamente il loro lavoro, sono stati rimossi e sono ancora senza destinazione. Oppure che debbono lasciare i loro incarichi altri direttori, come Corradino Mineo di RaiNews24, cha hanno fatto fare importanti salti di qualità al servizio pubblico”.