"Chiedo l'assoluzione dell'ente per non aver commesso il fatto". Così l'avvocato Cesare Zaccone, che assiste la ThyssenKrupp nel processo di appello per il rogo in cui nel dicembre 2007 morirono 7 operai, ha concluso il suo intervento davanti alla Corte d'assise d'appello di Torino. Lo riferisce oggi (4 gennaio) l'Adnkronos.

Il legale, che ha parlato per tre ore oggi in aula, ha sostenuto che il modello di gestione del rischio predisposto dall'azienda fosse "molto ben fatto" anche se era in via di completamento secondo la nuova normativa e che l'organismo di vigilanza "certamente era effettivo e funzionante".

Lo scorso 20 dicembre l'accusa ha chiesto la conferma delle condanne, inflitte in primo grado. I pm Laura Longo, Francesca  Traverso e Raffaele Guariniello hanno chiesto alla corte d'Assise  d'appello di Torino la conferma delle condanne inflitte ai sei dirigenti della Thyssenkrupp per il rogo nello stabilimento torinese in cui cinque anni fa morirono sette operai.

Tra gli imputati Harald Espenhahn, amministratore delegato della multinazionale dell'acciaio, condannato in primo grado a 16 anni e mezzo per omicidio volontario con dolo eventuale. Una richiesta che "non faccio con entusiasmo - aveva detto Guariniello nella requisitoria - ma con convinzione".

A supporto delle loro tesi i pm hanno citato oltre 400 sentenze  della Cassazione, di cui quasi 200 sul concetto giuridico di dolo. Ora la parola passa alla difesa. La prossima udienza è fissata per l'8 gennaio, quando parlerà la difesa dei singoli imputati.