Non sono arrivate le rassicurazioni che i sindacati chiedevano sull'aumento automatico dell'età pensionabile (legato all'aspettativa di vita) nell'incontro di ieri (27 luglio) tra Cgil, Cisl e Uil e il governo sul nodo previdenza. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha ribadito infatti che "nel merito" si potrà discutere "dopo che l'Istat avrà dato gli elementi di valutazione", ovvero in autunno, tra settembre e ottobre. 

Per i sindacati però è inaccettabile l'innalzamento dell'età a 67 anni nel 2019, con uno scatto di ben 5 mesi, e per questo continuano a chiedere che l'automatismo venga bloccato. "È importante che ci sia la possibilità di discutere dell'adeguamento, ma le cose sentite dal governo non ci sono sembrate rassicuranti – ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil –, eppure è chiaro che l'automatismo determinerebbe aumenti insopportabili dell'età".

Per il resto l'incontro è servito soprattutto a tracciare una road map per settembre, quando il confronto dovrebbe riprendere a ritmi più serrati. Per questo sono stati previsti cinque tavoli dal 30 agosto al 7 settembre, in vista della legge di bilancio. I tavoli riguarderanno politiche attive e passive, rappresentanza sindacale e delle imprese, governance dell'Inps, previdenza dei giovani e previdenza complementare, lavoro di cura e Ape social e rivalutazione delle pensioni attuali.

"Il confronto tra sindacati e governo sulle pensioni va avanti, ma dopo la pausa estiva bisognerà accelerare, approfondire tutti i temi sul tavolo e soprattutto definire le risorse necessarie", ha commentato Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil, attraverso la sua pagina Facebook. E anche secondo la stessa Susanna Camusso quello stilato dal governo è "un calendario impegnativo dopo i ritardi e gli sfilacciamenti dovuti all'avvio dell'Ape social". Solo alla fine dei nuovi tavoli previsti a fine agosto sarà dunque possibile esprimere un giudizio complessivo da parte del sindacato.