“Spetta al governo, e in particolare al ministro Fioramonti, attivarsi perché il decreto legge 126/2019, cui è affidata l’applicazione di un’intesa, mantenga piena coerenza con i suoi contenuti, senza essere stravolto da emendamenti che vanno in direzione diversa o addirittura contraria, vanificando gli obiettivi per i quali le misure sono state pensate e inserite nel provvedimento. Non è in discussione, ovviamente, la sovranità del Parlamento, ma la credibilità di un governo e di una maggioranza come interlocutori ai tavoli di confronto con le parti sociali. Quando da quei tavoli scaturisce un’intesa, ministro e governo hanno la responsabilità di farsene carico assicurandole il massimo sostegno in sede legislativa”. Così, in una nota congiunta, Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals, Gilda Unams.
“È inammissibile che, nella più totale assenza di necessari momenti di verifica e confronto, dobbiamo apprendere dalla lettura degli atti parlamentari del moltiplicarsi di proposte emendative, talvolta avanzate da esponenti di maggioranza, chiaramente in conflitto con le finalità originarie del decreto e con le intese, cui dev’essere data attuazione. Ci sono lacune da colmare e punti importanti, su cui non sono ammissibili cedimenti: dalla questione dei facenti funzione di Dsga alla tutela della continuità didattica per i docenti diplomati, alle misure straordinarie per la stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari, compresi i docenti Irc. Addirittura ci sono proposte che invadono pesantemente la sfera delle prerogative contrattuali, in materia di mobilità del personale”, continua il comunicato sindacale.
“Così non va: il ministro ci convochi immediatamente, non solo per fare il punto su una situazione davvero preoccupante, ma soprattutto per dire se e come intende farsi garante del pieno rispetto delle intese da parte del governo che le ha sottoscritte, e della maggioranza che dovrebbe sostenerlo. Ne va della loro credibilità. Vale per le questioni affidate al decreto legge 126/2019, in via di conversione, vale anche per i temi che l’intesa del 1° ottobre demanda a provvedimenti collegati alla legge di Bilancio, a partire dalla definizione a regime di un nuovo sistema di abilitazione all'insegnamento: l’accordo era di avviare immediatamente tavoli tematici per la loro predisposizione, ma tale impegno è stato finora totalmente disatteso”, concludono le varie sigle di categoria.