"In una circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica, il Ministro Brunetta, in seguito alle molte critiche ricevute dalla legge 133, ed in particolare dai provvedimenti sulle assenze per malattia nel pubblico impiego, ha specificato un particolare che riguarda i lavoratori soggetti a terapie salvavita. La circolare invita le amministrazioni pubbliche ad utilizzare il part-time o il telelavoro per i lavoratori soggetti a tali terapie (ad esempio lavoratori affetti da tumori in chemioterapia)". Lo sottolinea in una nota il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda. 

Per Podda tra l'altro l'indicazione di Brunetta "non è fraintendibile". La circolare dice infatti: "Si ritiene opportuno richiamare l'attenzione delle Amministrazioni su istituti quali il tempo parziale ed il telelavoro che possono consentire al dipendente di prestare la propria attività lavorativa anche nel corso dei periodi di cura, in particolare in presenza di patologie gravi che richiedano terapie salvavita anche di lunga durata".

"Per logica - osserva il segretario Fp - deduciamo che al Dipartimento della Funzione Pubblica si sia pensato che un lavoratore sottoposto a cure salvavita fortemente debilitati, avrà pure difficoltà a recarsi a lavoro, ma certo non a lavorare da un pc, magari in un letto di ospedale".

"Non crediamo di dover commentare il contenuto di questa circolare - dice ancora Podda - ognuno può valutarlo da sé. Ma un dato è chiaro: in nome della campagna mediatica contro il cosiddetto 'fannullonismo', il Ministro Brunetta non è disposto, nonostante abbia fatto intravedere una sua disponibilità in tal senso, a fare passi indietro, nemmeno sui più odiosi dei provvedimenti del suo Governo".

"Ci domandiamo se davvero a Palazzo Vidoni si pensa che per modernizzare e rendere efficiente la pubblica amministrazione sia utile mettere di fronte ad un computer dei lavoratori che semplicemente dovrebbero curarsi e riposare - conclude Podda - Non nascondiamo che nel porci certe domande avvertiamo un brivido lungo la schiena".