Dopo mesi di tensione Pininfarina e sindacati hanno raggiunto un accordo sulla vicenda dei licenziamenti. L’azienda di design di Cambiano (Torino) aveva infatti annunciato ai primi di ottobre di volersi disfare di 14 addetti (sui 300 attualmente impiegati), nell’ambito di una complessa trattativa che vedrebbe la storica azienda piemontese in procinto di essere venduta al colosso indiano Mahindra. Una scelta avversata dai sindacati metalmeccanici, che contro la decisione in questi mesi hanno indetto quattro giornate di sciopero (le ultime due astensioni dal lavoro sono del 27 ottobre e del 9 novembre scorso).

Nell’intesa, siglata lunedì 30 novembre, si stabilisce che a uscire dalla Pininfarina saranno solo dieci lavoratori, su base volontaria e con un significativo incentivo all’esodo (tra cui alcuni lavoratori ormai prossimi alla pensione). Gli altri quattro esuberi annunciati verranno gestiti, anch’essi su base volontaria, passando da contratti a tempo pieno a un part-time di 30 ore complessive. L’accordo prevede pure l’impegno del management a non avviare ulteriori riduzioni di personale. Ma sul futuro rimane ancora grande incertezza: l’azienda, infatti, ha più volte ripetuto che i tagli del personale rappresentano solo un terzo delle riduzioni di spesa previste fino a tutto il 2016, che dovrebbero riguardare i costi generali, la governance e le consulenze.

“Finalmente la vertenza si è chiusa in modo accettabile, grazie alla determinazione dei lavoratori” commentano il segretario generale della Fiom Cgil di Torino Federico Bellono e il funzionario di zona Antonio Citriniti, che avevano mobilitato i dipendenti Pininfarina portandoli a protestare anche in piazza Castello a Torino. “Ora ci si può concentrare – continuano – sulla vera posta in gioco: il futuro non solo di un marchio prestigioso, ma di una realtà industriale importante, soprattutto se davvero si sta avvicinando la vendita agli indiani di Mahindra”.