L’Osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Parma, curato da Ires Emilia Romagna per conto della Camere del Lavoro di Parma e giunto quest’anno alla sesta edizione, fornisce un quadro aggiornato sull’andamento dell’economia, del mercato del lavoro e della demografia a livello locale. Ne emerge una fotografia che, seppur lasciando intravedere alcuni segnali positivi, mostra ancora evidenti i segni della crisi.

Il valore aggiunto risulta in ulteriore flessione (mentre a livello regionale torna a esibire un segno positivo), mentre gli indicatori relativi a ordinativi, produzione e fatturato dell’industria in senso stretto mostrano un’inversione di tendenza con una ripresa a partire dal terzo trimestre del 2013, quando tutti gli indicatori volgono verso l’alto e il fatturato – dalla fine del 2013 – e la produzione – dal primo trimestre del 2014 – ritornano in territorio positivo. Dopo una nuova flessione di tutti tre gli indicatori nel secondo trimestre 2014, si registra un minimo rimbalzo verso l’alto, limitato alla sola produzione, nel terzo trimestre 2014. Se si considerano i primi tre trimestri del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si osservano segnali positivi per il fatturato dell’industria alimentare e delle bevande (variazione tendenziale pari a +2,7%), per la meccanica e i mezzi di trasporto (+1,2%). All’opposto, si registrano variazioni di segno negativo in particolare per l’industria dei minerali non metalliferi (–4,4%), la metallurgia (–3,2%) e l’industria del legno e del mobile (–3,1%).

Il settore delle costruzioni di Parma ha chiuso il 2013 con un bilancio nettamente negativo: il volume d’affari risulta diminuito quasi del 10% rispetto all’anno precedente, più di quanto mediamente registrato a livello regionale (–5,6%). Nonostante un miglioramento sul finire del 2013 e una ripresa sia della produzione che del fatturato a inizio 2014, entrambi gli indicatori mantengono, anche per i primi tre trimestri del 2014, il segno negativo. Anche il commercio continua a risentire della contrazione dei consumi interni, con le vendite che permangono in territorio negativo ormai dal terzo trimestre 2011.

Continuano a costituire un buon traino le esportazioni – cresciute del 2,1% fra il 2013 e il 2014 (quinto anno di segno positivo dopo il crollo del 2009, che fa sì che il valore dell’export sia oggi decisamente più elevato anche di quello del periodo pre-crisi). Si conferma il ruolo di primo piano di alcuni settori di punta del sistema economico locale, tra i quali l’agro-alimentare (+37% fra 2008 e 2013, seppur in rallentamento nell’ultimo biennio). Crescono in modo assai più contenuto le esportazioni della meccanica. Il chimico-farmaceutico, pur in flessione nell’ultimo biennio, incrementa le esportazioni nel medio periodo. Fra il 2002 e il 2013 il fatturato realizzato sul mercato estero è cresciuto del 13% circa, quello realizzato sul mercato interno è diminuito del 27%.

Evidenti sono gli effetti in termini occupazionali di questi anni di recessione. E' infatti aumentato consistentemente il numero di persone in cerca di occupazione, che si attesta nel 2013 a quasi 16.500 unità (dato più elevato dal 2004 in avanti; in leggera flessione nel 2014 secondo i dati recentemente pubblicati da Istat). Fra il 2007 e il 2014 lo stock di disoccupati è aumentato del 229% (+207% a livello emiliano-romagnolo).

Fra il 2011 e il 2013 è progressivamente migliorato a Parma il tasso di occupazione: dal 68,1% del 2011 al 68,8% del 2013. Il dato pubblicato di recente da Istat mostra per il 2014 una sostanziale stabilità (68,5%). Nello stesso periodo il tasso emiliano-romagnolo è invece significativamente peggiorato. Va aggiunto che fra il 2011 e il 2013 è migliorato significativamente il tasso femminile provinciale (in contro-tendenza rispetto a quanto registrato in Emilia-Romagna), che tuttavia poi nuovamente diminuisce nel 2014 (mentre recupera quello maschile). Al di là degli andamenti, i tassi di occupazione maschile e femminile provinciali rimangono migliori di quelli regionali.

Il tasso di disoccupazione provinciale è costantemente aumentato fra il 2007 (2,7%) e il 2013 (7,5%, dato peggiore dal 2004 in avanti), mentre il dato 2014 mostra un leggero miglioramento (7,1%). In ogni caso, il dato provinciale risulta meno critico di quello medio emiliano-romagnolo (8,5% nel 2013, 8,3% nel 2014), oltreché di quello nazionale, pari all’11,5% nel 2013 e indicato in ulteriore peggioramento nel 2014 (12,7%).

Se ai disoccupati ufficiali rilevati dall’Istat si aggiungono i cosiddetti scoraggiati (persone in età lavorativa che, pur prive di un’occupazione, non sono alla ricerca attiva di un lavoro ma che sarebbero disposte a lavorare a determinate condizioni) e i lavoratori equivalenti in cassa integrazione a «zero ore», depurati con il «tiraggio» (ore effettive/ore autorizzate) – ossia coloro che teoricamente sono rimasti in cassa integrazione per tutta la durata dell’anno – il tasso di disoccupazione provinciale (tasso di sotto-utilizzo) passa dal 7,5% ufficiale al 9,7%, mantenendosi comunque ben al di sotto del 12,0% alla stessa maniera calcolato per l’Emilia-Romagna.

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) risulta in peggioramento a Parma, dove passa dal 19,2% del 2012 al 22,8% del 2013 fino al 23,6% del 2014 (si consideri che nel periodo 2006-2009 non aveva mai superato il 13%). Il dato provinciale risulta migliore di quello regionale, passato dal 26,4% del 2012 al 33,3% del 2013 e – secondo Istat - al 34,9% del 2014 (in Italia nel 2014 42,7%).

Negli ultimi anni si è evidenziata una progressiva flessione delle assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato e, nell’ultimo biennio, un crescente numero e incidenza percentuale dei contratti di lavoro a tempo determinato. Infatti, fra il 2008 e il 2013, a fronte di una flessione del numero di avviamenti complessivi del 10% circa, gli avviamenti con contratto a tempo indeterminato sono diminuiti di oltre il 47%.

Notevole in questi anni è stato poi il ricorso alla cassa integrazione guadagni. Nel 2014 le ore complessive di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga autorizzate nella provincia di Parma sono state circa 5,5 milioni, in calo rispetto al 2013 (–19,4%, a fronte di un –15,8% registrato a livello emiliano-romagnolo), ma comunque superiore al dato degli anni 2009-2012 (+85% fra il 2009 e il 2014, a fronte del +28% registrato nello stesso periodo a livello regionale). Dietro questa espansione complessiva, si trovano andamenti – sia nell’ultimo biennio che nel medio periodo – diversi per tipo di cassa. Infatti, la cassa integrazione ordinaria è significativamente diminuita nell’ultimo biennio (–40,6%) e anche sul medio periodo (–55,2% fra il 2009 e il 2014); la cassa straordinaria, invece, risulta pressoché stabile nell’ultimo biennio (+4,8%) e in netta crescita rispetto ai primi anni della serie storica (+684,4% fra il 2009 e il 2014); la cassa in deroga, infine, pur mostrando un decremento nell’ultimo biennio (–29,9%), risulta in netto incremento rispetto agli anni precedenti (+172% fra 2009 e 2014).

La popolazione residente in provincia di Parma al 1° gennaio 2014 – ultimo dato disponibile – è pari a 444.285 abitanti. Si segnala, per la prima volta dopo decenni di crescita, una flessione della popolazione residente (–3mila residenti circa; –0,66%, variazione minima, pressoché in linea con quella registrata a livello regionale ma comunque da evidenziare in quanto costituisce un’importante inversione di tendenza). Se tuttavia si considera il medio periodo, si registra per Parma, così come per l’Emilia-Romagna, un incremento della popolazione residente di circa il 10%. Sia la flessione dell’ultimo biennio che l’espansione di medio periodo sono in buona parte imputabili ai flussi migratori dall’estero. I cittadini stranieri residenti in provincia di Parma al 1° gennaio 2014 sono oltre 58mila e costituiscono il 13,2% della popolazione residente complessiva (in leggera flessione rispetto al 13,5% dell’anno precedente). Il dato risulta superiore a quello medio emiliano-romagnolo (12,0%) e soprattutto all’8% medio nazionale.

L’incremento nel medio periodo della popolazione residente provinciale (oltre 19mila residenti in più fra il 2007 e il 2013) e la parallela contrazione delle attività produttive e dei posti di lavoro ha determinato un aumento del fabbisogno occupazionale, con cui ci si riferisce all’equilibrio del sistema socio-economico pre-crisi del 2007. Sulla base di un calcolo che considera la popolazione residente al 1° gennaio 2014 e il tasso di occupazione del 2007 meno gli addetti 2013, si è giunti a stimare che i posti di lavoro aggiuntivi che sarebbe necessario avere nella provincia di Parma per ripristinare l’equilibrio del periodo pre-crisi sono circa 8mila.