“I particolari sulla storia di nostro nonno li abbiamo appresi solo adesso. Ora, a 51 anni, ho realmente capito perché viviamo a Pisa e perché la nostra famiglia tanti anni fa è dovuta scappare via da Caccamo. Mio padre, che era un contadino come il nonno, dopo la sua uccisione non trovava lavoro. La mafia non lo faceva lavorare”. Così Filippo Campisi, 51 anni, ha ricordato oggi la figura di Filippo Intili, contadino e dirigente della Cgil di Caccamo, ucciso dalla mafia il 7 agosto del 1952, commemorato per la prima volta dalla Cgil di Palermo con una celebrazione al cimitero del paese.

La Cgil in questi mesi ha ripreso i contatti con la famiglia, che vive in Toscana. E ha organizzato la giornata del ricordo alla presenza di una rappresentanza dei familiari. Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco di Caccamo Andrea Galbo, la scrittrice Vera Pegna, il segretario della Cgil di Palermo, Enzo Campo, il responsabile Legalità per la Cgil Dino Paternostro. Il frate domenicano padre Giovanni Calcara ha tenuto una benedizione davanti alla lapide, presso la quale sono state deposte le corone di fiori dei familiari, della Cgil e del Comune.

Questa mattina anche un altro dei nipoti, per la prima volta in paese per l’anniversario di Intili, Giuseppe Gullo, 55 anni, ha raccontato di aver provato le stesse sensazioni: “Non avevo mai saputo niente. I miei genitori ci avevano solo raccontato che il nonno era stato ucciso. Forse volevano tenerci all’oscuro di una storia così dura e triste. Poi, da quando su Internet è comparsa una foto di Filippo Intili, ho appreso che era un sindacalista della Cgil, e ho trovato la sua storia su Google. Assieme agli altri cugini, abbiamo così aperto su facebook la pagina “Nipoti di nonno Filippo Intili”. Intili fu fatto a pezzi in una montagna sopra il paese a colpi di ascia.

Il segretario della Cgil di Palermo Enzo Campo ha chiesto scusa alla famiglia di Filippo Intili, e a quella di Andrea Raia, il primo sindacalista ucciso dalla mafia, ricordato il 5 agosto, dopo 71 anni dalla morte, alla presenza della figlia 89enne Santa Raia. Raia è stato commemorato due giorni fa a Casteldaccia e oggi con un convegno su Rifiuti ed ecomafie si conclude la tre giorni di iniziative in suo ricordo. “La Cgil chiede scusa per i troppi anni in cui questi due martiri italiani, della Cgil e del Pci, non sono stati ricordati – ha dichiarato il segretario della Cgil Enzo Campo - Intili e Raia non erano eroi solitari ma erano a capo di movimenti dei lavoratori e combattevano per il lavoro che mancava e per le terre. Sono stati tra i sindacalisti meno citati, nella lunga strage dei dirigenti siciliani del sindacato uccisi. Oggi vogliamo rendere loro omaggio e strappare il loro ricordo dall’oblio. Il loro esempio dimostra che le collusioni tra potere e mafia si potevano combattere e vincere. E la loro storia ci spinge a continuare a lottare per quei valori di solidarietà, emancipazione, libertà e giustizia che ci hanno trasmesso”.

“Con la commemorazione di Calogero Cangelosi, ucciso il 1° aprile del 1948 a Camporeale, di Filippo Intili e di Andrea Raia è iniziato il viaggio della memoria che la Cgil sta percorrendo per ricordare tutti i suoi martiri, colmando un ritardo e per riaffermare una delle più belle storie d’Italia, che non è storia di parte – ha aggiunto Dino Paternostro – Oltre a questo calendario della memoria, presto a Palermo diverse strade saranno intitolate ai sindacalisti uccisi”.