“Non sarà il decreto Di Maio a dare dignità al lavoro, a maggior ragione dopo l’inserimento dei voucher, il mancato inserimento delle causali anche nel primo contratto e il mancato ripristino dell’art. 18 promesso in campagna elettorale”. A dirlo è il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale, sottolineando che “ancora una volta è l’Istat, con la cruda logica dei numeri, che certifica la disoccupazione giovanile al 32,6 per cento (ben 13 punti in più del 2007), a evidenziare il fallimento del Jobs Act del precedente governo e l’inefficacia del decreto oggi in discussione, poiché non è un diritto in meno che crea un lavoro in più, ma neanche un contratto a termine in meno crea un posto di lavoro in più”.

Quel che servirebbe, continua Megale, è il varo di “un piano straordinario per l’occupazione stabile dei giovani, con particolare attenzione al Sud, fatto di Investimenti pubblici e privati, chiamando in causa la Cassa depositi e prestiti, il sistema bancario e quello assicurativo, per sostenere un grande piano per la buona occupazione dei giovani”. In conclusione, il segretario generale della Fisac Cgil ricorda “che nel pieno delle crisi bancarie, come parti sociali, col Ccnl abbiamo dato vita al Foc (Fondo occupazione giovani) che ha permesso l’ingresso di 18 mila giovani, mentre si gestivano tramite accordi esodi volontari per 67 mila addetti”.