Arriva anche in Italia l’onda lunga degli scioperi in Ryanair. Filt Cgil e Uiltrasporti Uil hanno infatti indetto uno stop di 24 ore di piloti e assistenti di volo della compagnia aerea low cost per mercoledì 25 luglio. “L'agitazione s’inserisce – spiegano i sindacati – in un quadro internazionale di scioperi del personale navigante, proclamati dalla maggioranza delle organizzazioni dei lavoratori europee del trasporto aereo, contro l'approccio della compagnia irlandese verso i propri dipendenti”. Lo sciopero degli addetti italiani si svolgerà assieme a quello dei lavoratori Ryanair di Spagna, Portogallo e Belgio (previsto, secondo i diversi Paesi, nelle giornate del 25 e del 26 luglio), seguendo lo stop di 24 ore già indetto dai dipendenti della compagnia in Irlanda proclamato per giovedì 12 luglio.

Filt Cgil e Uiltrasporti Uil, che in Italia rappresentano la grande maggioranza del personale navigante, ritengono “inaccettabile che la compagnia, nonostante le sentenze della magistratura e a dispetto dei più elementari diritti costituzionali, continui a ‘preferire’ unilateralmente interlocutori minoritari”. In Italia, infatti, la compagnia non ha ancora riconosciuto i sindacati confederali. Un atteggiamento che “indebolisce il potere negoziale dei lavoratori, impedendo di avviare un tavolo di trattativa ufficiale con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative che giunga in tempi brevi alla definizione di un contratto collettivo di lavoro, per garantire al personale dignità professionale e salariale, tutele sociali, previdenziali e sindacali”.

I sindacati invitano il governo, in particolare i ministri del Lavoro Di Maio e delle Infrastrutture Toninelli, a intervenire “con urgenza, affinché le imprese straniere che operano in Italia rispettino le leggi del nostro Paese e non eludano le sentenze della magistratura né i diritti dei lavoratori garantiti dalla Costituzione”. Filt e Uiltrasporti, in conclusione, assicurano che “la battaglia di civiltà, legalità e dignità per i lavoratori e le lavoratrici di Ryanair non si fermerà fino a che la proprietà della compagnia non comprenderà che l'approccio sinora tenuto dal management è contrario agli interessi degli azionisti, dei dipendenti e dei passeggeri”.

La protesta internazionale si è concretizzata martedì 3 e mercoledì 4 luglio, in occasione del primo incontro dei dipendenti Ryanair che si è tenuto a Dublino, cui hanno partecipato i sindacati di 12 Paesi. La due-giorni si è conclusa con l’approvazione di una “Carta dei diritti”, in cui i lavoratori hanno avanzato numerose richieste. La prima è quella degli aumenti salariali: rispetto ad altre compagnie low cost (come Easy Jet o Norwegian), hanno calcolato i sindacati, i lavoratori Ryanair percepiscono oltre 8 mila euro lorde in meno all'anno e 400 euro nette mensili in meno sulla paga base.

Le organizzazioni dei lavoratori, poi, chiedono il rispetto dell’anzianità aziendale, la concessione d’indennità per i voli cancellati e gli spostamenti dell'ultimo minuto e il pagamento dei giorni di malattia. I sindacati hanno anche denunciato le pressioni cui vengono sottoposti gli assistenti di volo affinché raggiungano determinati “obiettivi di vendite” (ci si riferisce all’acquisto, da parte dei passeggeri, di cibo, bevande, profumi e altri prodotti), obiettivi che spesso danno vita a promozioni o a provvedimenti disciplinari”.