In piazza a manifestare c'era chi si prende cura dei nostri bambini: le insegnati della scuola dell'infanzia e le educatrici degli asili nido. Sono arrivate da tutta Italia per la protesta organizzata in piazza Montecitorio da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, lo sblocco della contrattazione integrativa e del turnover, la costruzione di un sistema educativo integrato 0-6 e "più risorse" per le strutture e i servizi pubblici.


Con bandiere, striscioni e fischietti i dipendenti degli enti locali hanno rivendicato il #ContrattoSubito e annunciato l'avvio di una "battaglia di civiltà" per il "diritto d'asilo", attualmente non esigibile in Italia. Nel nostro paese, infatti, tra strutture a titolarità pubblica (3.656) e quelle a titolarità privata (5.214), le 8.870 strutture totali sono sufficienti a coprire un fabbisogno pari appena al 17,9% del totale, corrispondente a 289.851 bambine e bambini. Ben lontani dal 33% previsto dalla strategia di Lisbona. Rimangono così esclusi dal 'diritto di asilo', secondo una stima dei sindacati, oltre 900 mila bambini compresi nella fascia tra sei mesi e due anni. Esclusione dettata da ragioni diverse: in parte, osservano, “per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per l'impossibilità di potervi accedere a causa di una scarsa offerta pubblica e un’esosa offerta privata”.

"Dove sono i mille asili in mille giorni promessi dal governo? - ha chiesto, dal palco della manifestazione, Federico Bozzanca per la Fp Cgil - Non ne abbiamo visto uno in più, al contrario gli asili in questo paese si stanno chiudendo e si stanno esternalizzando servizi fondamentali".


“Carenze di personale, esternalizzazione e riduzione dei servizi, soprattutto ai bambini con disabilità che necessiterebbero di un’assistenza prolungata e qualificata, e carenze di risorse che condizionano la didattica e la sicurezza delle strutture, sono i fattori che accomunano le scuole ed i servizi per l’infanzia da nord a sud dello stivale – hanno dichiarato i segretari nazionali delle tre sigle – e solo l’abnegazione dei lavoratori e la partecipazione, soprattutto economica, dei genitori dei bimbi, consentono alle scuole ancora di funzionare”.

“Dobbiamo ringraziare le tantissime lavoratrici e lavoratori presenti oggi a Roma”, hanno proseguito i sindacati. Grazie alla grande mobilitazione una delegazione di rappresentanti dei lavoratori è stata ricevuta dai presidenti di alcuni gruppi parlamentari, ed altri incontri seguiranno nei prossimi giorni: “La situazione è drammatica. Quello di oggi è solo l’inizio. Non ci fermeremo finché non avremo risposte concrete dal governo: assunzioni, a partire dal superamento del precariato, per raggiungere gli standard minimi previsti dalla 'strategia di Lisbona 2000”, investimenti per aprire 1.700 scuole per accogliere almeno altri 100.000 bambini, rinnovo del contratto per valorizzare le preziose professionalità che operano nell’educazione dell’infanzia. E poi chiediamo di prorogare i fondi comunitari Pac, unica risorsa a disposizione dei comuni in  pre-dissesto o dissesto, collocati prevalentemente al Sud, per far fronte all’erogazione dei servizi”.