Sulla legge di Bilancio 2019, che dovrà essere approvata dal Parlamento italiano entro fine anno, i sindacati confederali mettono nero su bianco tutte le loro priorità e le richieste in materia di investimenti, strumenti di protezione del lavoro (ammortizzatori sociali e politiche attive), fisco, pensioni, sanità, istruzione e pubblica amministrazione. Per illustrare la linea definita dalle tre sigle e contenuta nel documento presentato a Roma il 22 ottobre, è in programma un attivo unitario dei delegati il 16 novembre a Bergamo alla Casa del giovane (dalle 14.30 alle 17). Prenderanno la parola i tre segretari generali provinciali Gianni Peracchi (Cgil), Francesco Corna (Cisl) e Angelo Nozza (Uil). Le conclusioni saranno affidate a Giovanna Ventura, segretaria nazionale Cisl.
 
Ecco di seguito, in breve, le priorità dei sindacati: programmare un graduale incremento degli investimenti pubblici fino al 6% del Pil e aprire una seria discussione in Europa per lo scomputo degli investimenti pubblici dal deficit; apportare modifiche alla legge sul pareggio di bilancio degli enti locali; sviluppare le infrastrutture che devono rappresentare la priorità degli investimenti pubblici, anche per aumentare la produttività del sistema paese e diffondere la crescita in tutto il territorio; sviluppare reti pubbliche per la salute, l’istruzione e l’assistenza; sviluppare le infrastrutture materiali con il completamento e la programmazione strategica delle grandi opere, che connettono il paese e rappresentano la spina dorsale del paese e lo collegano al resto dell’Europa; investire in un piano straordinario sulla manutenzione delle infrastrutture esistenti; sviluppare le infrastrutture energetiche e digitali, che dalle reti alle produzioni costituiscono un pilastro della politica industriale; sbloccare le risorse dei fondi destinati allo sviluppo locale previsti dal “Piano periferie”; confermare, nell’eventuale revisione del codice degli appalti, la tutela del lavoro e la lotta per la legalità.
 
“Su questa base, intendiamo aprire il confronto con il governo sostenendo le nostre proposte, anche con le forme e gli strumenti propri dell’esperienza sindacale –, si legge nella presentazione del documento unitario nazionale –. “Queste proposte delineano un modello di sviluppo del Paese fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale, sulla solidarietà nazionale, anche in netto contrasto con scelte autonomiste che la potrebbero compromettere”.

Rispetto, poi, al confronto con l'Europa, i sindacati unitariamente scrivono che “dovrebbe essere caratterizzato più che da atteggiamenti strumentali spesso reciproci e da tensioni antieuropeiste, da una grande e seria battaglia per cambiare lo statuto economico europeo e le politiche economiche attraverso lo scomputo delle spese per investimenti materiali e sociali dal deficit, l’aumento delle risorse europee per gli investimenti, per la sostenibilità ambientale e per le politiche di coesione”.