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“Continuiamo a tessere la rete di sostegno e di promozione della Carta dei diritti universali del lavoro in Italia e in Europa. L'appuntamento di Ginevra all'Ilo è particolarmente importante e coincide più o meno con un'altra notizia: la presidenza della Camera dei deputati ha verificato il numero delle firme, quindi la nostra proposta di legge d'iniziativa popolare – anche su richiesta di alcuni gruppi parlamentari – è stata assegnata alla commissione Lavoro di Montecitorio per una prima discussione”. Così il segretario organizzativo della Cgil Nino Baseotto che ai microfoni di RadioArticolo1 ha fatto il punto sulle prossime mosse della confederazione di corso d'Italia.
A partire proprio dalla Carta. “C'è la concreta possibilità – osserva il dirigente sindacale – che sin dall'inizio del nuovo anno la Commissione ponga all'ordine del giorno la discussione sulla nostra proposta di legge. Non sarà un fatto automatico, naturalmente. Noi dovremo mettere in atto tutte le forme di pressione e di convincimento, tutto ciò che si deve fare affinché il Parlamento decida, almeno a livello di commissione, di incominciare ad affrontare il tema. E lo faremo mentre saremo impegnati anche nella campagna a sostegno dei nostri tre referendum” che potrebbero tenersi nel primo semestre del 2017.
Un'altra serie di assemblee si svolgerà sulle pensioni per spiegare il verbale recentemente sottoscritto al ministero del Lavoro. “Quel verbale – ricorda Baseotto – registra ciò su cui le parti sono d'accordo, ma anche ciò su cui non siamo d'accordo a partire dall'Ape volontaria. Allo stato delle cose, inoltre, il governo non ha mantenuto gli impegni sulla cosiddetta Ape social. Per il resto, abbiamo già detto che c'è stato un errore da parte nostra al momento dell'approvazione della legge Fornero. Ma oggi, a quattro anni di distanza, vogliamo offrire una prospettiva, vogliamo determinare elementi di novità che possono portare a un cambiamento di quella riforma. E lo discuteremo insieme ai lavoratori e ai pensionati. Ci prenderemo delle critiche? Sì, però crediamo che, rispetto al silenzio, sia molto meglio ascoltarle e dire con franchezza che cosa abbiamo fatto e che cosa stiamo facendo”.
Resta il giudizio negativo sulla legge di bilancio. “Non serve a uscire dalla crisi, non risponde alle aspettative e ai bisogni di gran parte della popolazione, del lavoro dipendente e delle pensioni, dei giovani e così via. È una manovra che distribuisce in modo insensato tanti soldi un po' a tutti, senza un criterio e senza priorità. Avevamo bisogno di sostenere l'innovazione e gli investimenti, invece si danno finanziamenti a pioggia dal sapore vagamente pre-elettorale”.
Quanto al referendum costituzionale del 4 dicembre, “abbiamo espresso il nostro invito a votare no – conclude Baseotto – e lo abbiamo fatto dicendo anche che la Cgil non aderisce ad alcun comitato, né del si né del no. C'è una campagna elettorale a mio giudizio torbida, fatta di polemiche, che non entra nel merito della riforma. Una responsabilità qui ce l'ha ovviamente il presidente del Consiglio che sin dall'inizio ha contribuito in modo determinante a una personalizzazione dannosissima”. (M.M.)