“Siamo duemila lavoratori, non ci conosciamo, nel nostro comparto ci sono 200 datori di lavoro, vengono applicati più contratti: commercio, bancari, trasporti, turismo”. Parlando della sua situazione, con queste parole Roberto, delegato della Carrefour, ha idealmente riassunto il senso della Carta dei diritti universali del lavoro, presentata oggi (13 gennaio) a Torino dalla Camera del Lavoro durante l'attivo, alla quale hanno partecipato oltre mille tra delegati e pensionati, con la presenza del segretario generale Cgil Susanna Camusso.

“Diritti al lavoro, diritti nel lavoro” era il tema della giornata, nel corso della quale è stata lanciata la Carta dei Diritti universali del lavoro, ovvero il nuovo Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici, varata dalla Cgil Nazionale, che verrà sottoposta alla consultazione straordinaria di tutti gli iscritti e le iscritte Cgil attraverso migliaia di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e nelle leghe Spi.

Un progetto, quello del nuovo Statuto, sicuramente ambizioso, che intende estendere le modalità di fruizione dei diritti a tutti (riscrivere i diritti per tutte le figure che oggi esistono, autonomi inclusi). Diversamente da quanto succedeva negli anni '70, - dove il lavoratore era identificato con il suo contratto subordinato a tempo indeterminato - con la nuova Carta, si intende affermare e sancire che i diritti sono della persona, sia che abbia un contratto indeterminato, subordinato, parasubordinato, partita iva ecc. Insomma si tratta di riunificare il mondo del lavoro, con diritti realmente universali ed estesi a tutti, così come sancito dalla nostra Costituzione.

Nella sua introduzione la segretaria generale della Cgil di Torino, Enrica Valfrè, ha sottolineato come “le leggi di questi anni hanno messo il lavoro ed i lavoratori ai margini, ampliando la precarietà, con la creazione di tante tipologie contrattuali usate dalle imprese non per rispondere ai cambiamenti della produzione ma per risparmiare e per disporre di una flessibilità assoluta”. “Leggi – ha proseguito – che hanno causato la frammentazione del mondo del lavoro favorendo appalti e subappalti, esternalizzazioni, uso del lavoro in somministrazione, aumentando la divisione tra i lavoratori. Si è creata così non solo una frammentazione del mondo del lavoro, fatta di tante tipologie usate in concorrenza tra loro nella continua ricerca di ridurre i costi come strumento unico e prioritario per competere sul mercato, ma una nuovo situazione di solitudine sul lavoro”.

E di solitudine, precarietà, sfruttamento, debolezza hanno parlato le delegate e i delegati intervenuti: Alfonsina che lavora in un call center (“sono Alfonsina, in cosa posso esserle utile?” la frase di rito ripetuta centinaia di volte al giorno), Camelia nella cooperativa, Umberto, precario della sanità, e poi Daniele, Alessandro, Rosi, Mario, Salvatore.. Tante storie raccontate da donne e uomini che le leggi degli ultimi anni hanno reso più ricattabili, insicuri, insoddisfatti, rendendo più difficile, anzi quasi impossibile, il ricorso alla magistratura del lavoro per far rispettare i propri diritti.

Per questo il nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori è un cambio di passo importante, per uscire da una logica difensiva e lanciare una proposta che, a partire dal lavoro e dai suoi diritti, offra un'alternativa di sviluppo, di coesione, anche di democrazia economica.

Nelle sue conclusioni la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, ha ricordato che “i governi passati hanno legiferato su tutto e posto vincoli alla contrattazione, come se questa dovesse avere solo funzione applicativa delle leggi. Quindi non avere avuto la capacità di discutere di lavoro ha portato alla scorciatoia che la legge possa definire tutto, sottraendo libertà e tutela collettiva e irrigidendo il sistema".

Camusso ha affermato che la nuova Carta dei diritti Universali del lavoro “è una proposta autonoma della Cgil, per ricostruire una norma generale di riunificazione del lavoro che abbia un rango costituzionale. Non abbiamo lo sguardo rivolto al passato ma il nostro fine è quello di avere una nuova legislazione sui diritti universali dei lavoratori, un diritto universale che parla a tutti i lavoratori e che non è dipendente dal rapporto di lavoro”. Per questo le assemblee di consultazione “non sono una passeggiata, ma un vero e proprio cambio di fase, dobbiamo usare questa iniziativa per una grande campagna di adesione alla nostra organizzazione”.

La parola ora passa alle iscritte e agli iscritti: dal 18 gennaio al 19 marzo si svolgerà la consultazione straordinaria, con due quesiti da sottoporre al loro voto. Uno chiederà l’approvazione del testo, l’altro il mandato a proporre referendum abrogativi delle leggi che per il sindacato hanno deregolamentato il lavoro.