Da una parte l’Investor Day di Fca: l'amministratore delegato Sergio Marchionne presenta i risultati del gruppo e fissa gli obiettivi per il prossimo futuro. Dall'altro il Workers Day della Fiom: una giornata di mobilitazione in tutti gli stabilimenti Fca, Cnhi e Magneti Marelli, per ricordare che i risultati sono stati raggiunti dai lavoratori e chiedere il miglioramento delle loro condizioni. È quanto accadrà venerdì 1° giugno nell'iniziativa organizzata dal sindacato delle tute blu Cgil. Si inizia giovedì 31 maggio con l'appuntamento in piazza Castello a Torino, dove si terrà un'assemblea pubblica. Il giorno dopo la protesta in tutti gli stabilimenti (qui l'elenco delle iniziative).

Da parte sua, la dirigenza del gruppo Fca ha già annunciato il progressivo azzeramento del debito per l'aumento degli utili e dei ricavi, insieme allo spin off della Magneti Marelli con la quotazione autonoma sul mercato finanziario di Milano. Dietro alla realtà industriale, però, c'è la situazione difficile di chi lavora all'interno di ogni stabilimento. "Il Workers Day è una giornata che vogliamo dedicare ai lavoratori: i risultati che presenterà Marchionne sono stati raggiunti grazie a tutti loro". Lo afferma il segretario nazionale della Fiom responsabile del settore auto, Michele De Palma, interpellato da Rassegna Sindacale.

Qualche anno fa il management dell’azienda automobilistica aveva promesso piena occupazione. "A Mirafiori e Pomigliano ci fu perfino un referendum imposto ai lavoratori – ricorda il sindacalista –: questi hanno perso pause e salario, ma in cambio non hanno gli investimenti che venivano promessi e la piena occupazione non si è vista". Oggi, in entrambi i siti, gli addetti sono in contratto di solidarietà con un numero di esuberi molto significativo.

"L'obiettivo è ridare centralità ai lavoratori – dice De Palma –: chiediamo un piano industriale e occupazionale con investimenti veri. Al contrario delle anticipazioni emerse sulla stampa, secondo noi anche le auto non premium devono essere prodotte negli stabilimenti italiani. Inoltre è necessario introdurre elementi di innovazione: tra questi più sicurezza, il motore ecologico – anche ibrido ed elettrico, non solo gpl metano – e le auto self drive, ovvero quelle che si pilotano da sole o con la guida assistita. Su tutte queste tecnologie dovrebbero operare i lavoratori degli enti centrali, per saturare gli stabilimenti". Insomma, il sindacato vuole migliorare le condizioni di oggi e insieme guardare al futuro: "Tutte le case automobilistiche si dotano di piattaforme di condivisione delle auto, ma il gruppo Fca ancora no. Per farlo servono investimenti".

Nei prossimi giorni la Fiom presenterà un'inchiesta, realizzata con le fondazioni Di Vittorio e Sabattini, sulle condizioni di lavoro degli addetti. "Negli ultimi anni c'è stato un aumento di carichi e ritmi, e insieme meno pause, adesso i lavoratori chiedono un cambiamento. Fca ha aumentato i ricavi e ridotto il debito portandolo quasi a zero, certo, ma questo è stato possibile anche tagliando sui diritti: è il momento di ridare a Cesare quel che è di Cesare".

L'altro nodo fondamentale si chiama contratto. Quest'anno scade il "contratto Fiat", che la Fiom scelse di non firmare. "Vogliamo avviare un negoziato e speriamo di farlo con gli altri sindacati – spiega De Palma –. Se questo non dovesse accadere, noi costruiremo una piattaforma, faremo le assemblee per avere il mandato, poi andremo al voto. L'obiettivo, comunque, resta il tavolo unitario".

Il 1° giugno inizia dunque la mobilitazione per il lavoro e la contrattazione. Mentre a Balocco, il centro sperimentale di Fca, si brinda ai risultati industriali, nello stesso momento i lavoratori in tutti gli stabilimenti rivendicano la tutela dei diritti. Il sito della Fiom cita Ettore Scola: sarà una giornata particolare.