Rinviare i termini previsti per le procedure di mobilità del personale del Corpo forestale dello Stato di almeno sei mesi, “evitando così il rischio connesso, in termini di alterazione della qualità e della efficacia dei servizi prestati dal corpo” che potrebbe determinarsi con questa “operazione di militarizzazione forzata dei circa 7.500 donne e uomini del corpo e il loro 'intruppamento' nell’Arma dei carabinieri e nella Guardia di finanza”. A chiederlo è la Fp Cgil in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e alla ministra della Pa, Marianna Madia.

La lettera, firmata dal segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil, Salvatore Chiaramonte, fa riferimento al decreto della Presidenza del consiglio del 22 novembre scorso con il quale si sono formalmente avviate le procedure di mobilità del personale del Corpo Forestale dello Stato. La Fp Cgil mette in fila tutte le criticità legate a questo processo, ribadendo la contrarietà all'intero impianto di un provvedimento che smantella la forestale.

Da qui la richiesta al governo della Fp Cgil di “considerare l'idea di decretare un rinvio di almeno sei mesi dei termini previsti dal D.lgs. 177/2016. Una siffatta dilazione, cui magari accompagnare l'apertura di un apposito tavolo di confronto, permetterebbe al governo di elaborare soluzioni diverse e più efficaci per la riorganizzazione delle funzioni di polizia previste dal decreto legislativo”. Laddove fosse ritenuta condivisibile e sensata la proposta avanzata, insieme alla disponibilità ad aprire in quest'arco temporale un tavolo di discussione, la Fp Cgil fa sapere che “si renderebbe certamente disponibile a sospendere temporaneamente le procedure avviate per la presentazione dei mille e più ricorsi raccolti fino ad oggi tra il personale suo malgrado coinvolto dalla decisione, per subordinarne la presentazione all'esito del confronto”, conclude Chiaramonte.