Unitariamente Fai, Flai e Uila hanno convocato per oggi, 13 gennaio, ore 9.30, un presidio di fronte al Mipaaf, con delegati e operai forestali del Corpo Forestale dello Stato che lavorano negli Uffici Territoriali per la Biodiversità di tutta Italia e svolgono un lavoro di tutela per le 130 riserve naturali dello Stato. Sindacati e lavoratori, si legge in un comunicato stampa, chiedono un incontro urgente per discutere delle prospettive occupazionali dei 1500 operai forestali, vista l’approvazione della legge 124/2015 di riforma del pubblico impiego, che porterà, molto probabilmente, allo scioglimento del Cfs e all'assorbimento dello stesso in altra forza di Polizia. In tutti i mesi che sono trascorsi per la discussione della cosiddetta "riforma Madia", degli operai forestali nessuno si è occupato, se non due ordini del giorno approvati da Camera e Senato, e addirittura il ministero della Pubblica Amministrazione ha rifiutato il confronto con le organizzazioni sindacali che rappresentano gli operai forestali.

Inoltre, da quasi un anno, Fai, Flai e Uila, continua la nota, hanno avviato un confronto con il Cfs per rinnovare almeno la parte normativa del Protocollo aggiuntivo, il contratto integrativo (già scaduto da 10 anni!) degli operai forestali, che vedono anche il loro Ccnl scaduto da diversi anni.
"Inspiegabilmente - dichiara Giovanni Mininni, segretario nazionale della Flai Cgil - la trattativa si è arenata e non si capisce di chi siano le responsabilità che impediscono di sottoscrivere un accordo già definito nello scorso luglio e che non porta costi aggiuntivi per il Cfs ma, anzi, interviene su alcuni costi fuori controllo definendone una regolamentazione e prevedendo un'appendice sulla organizzazione del lavoro per il personale".
"Siamo preoccupati di come si svolgeranno le modalità del probabile scioglimento del Cfs perché gli operai sono assunti con una legge speciale che li inquadra nella previdenza agricola e il passaggio ad un altro ministero rappresenta un elemento delicato che deve essere affrontato con attenzione. Purtroppo, non abbiamo trovato nel Mipaaf, almeno fino ad oggi, un orecchio attento ad ascoltare questi problemi. Perciò - conclude Mininni - ci troviamo costretti ad una mobilitazione del settore, auspicando un incontro urgente col Mipaaf nel quale poter trovare le risposte necessarie ad affrontare la difficile situazione di indeterminatezza che si è venuta a creare".