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Gli anziani delle zone terremotate stanno morendo. Non in senso figurato: c’è un notevole incremento dei decessi soprattutto tra coloro che sono stati allontanati dalle proprie case subito dopo il sisma per essere trasferiti in strutture ricettive o sanitarie sparse sul territorio. A denunciarlo è stato lo Spi Cgil, in occasione della festa regionale di LiberEtà (la rivista del sindacato pensionati) che si è svolta a Norcia lunedì 12 giugno.
Ma una conferma è arrivata anche da Pietro Manzi, direttore sanitario della Usl Umbria 2, l’azienda che copre la Valnerina, il territorio più duramente colpito dal terremoto del 30 ottobre 2016: “I nostri dati confermano un aumento della mortalità tra gli anziani di questi territori – ha detto il direttore – per questo abbiamo avviato con la Regione un progetto di monitoraggio delle persone anziane fragili presenti nel cratere e del loro reinserimento sul territorio”.
La “festa” si è trasformata in realtà dunque un’occasione per il sindacato dei pensionati di confronto e denuncia rispetto alle criticità del dopo sisma, soprattutto per le persone anziane, anche attraverso un raffronto con esperienze vissute in passato in altri territori colpiti da terremoti come L’Aquila e l’Emilia Romagna. Molte le differenze, ma anche molti tratti comuni che sono emersi dal dibattito, a partire dalla necessità di una maggiore partecipazione dei territori e dei soggetti sociali, da tradurre in Umbria in una immediata riconvocazione del tavolo regionale.
La tavola rotonda organizzata per l’occasione ha visto confrontarsi la segretaria generale dello Spi Cgil dell’Umbria, Rita Paggio, la segretaria generale dello Spi Cgil de L’Aquila, Loretta del Papa, il segretario generale dello Spi Cgil dell’Emilia Romagna, Bruno Pizzica, il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, il già citato direttore sanitario della Usl Umbria 2 Pietro Manzi, il segretario generale della Cgil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla e il segretario generale dello Spi Cgil nazionale Ivan Pedretti.
E proprio Pedretti al termine del confronto ha preannunciato una giornata di mobilitazione nazionale da mettere in campo subito dopo l’estate “per dare sfogo e sostegno al malessere che si respira in questi territori” e “far ripartire la macchina”. “Non possiamo stare ancora fermi – ha detto il leader dello Spi nazionale - aspettando che il governo metta insieme Comuni e Regioni, che non si mettono d’accordo tra loro, non convergono su nulla, non spendono nemmeno le risorse destinate. Abbiamo l’urgenza di far rientrare le persone – ha aggiunto Pedretti - soprattutto in zone di montagna come queste, sennò, l’abbiamo visto, non rientrano più e il rischio è che si ricostruiscano le case senza che nessuno le vada poi ad abitare”.
Nel corso dell’iniziativa è stata anche presentata una video inchiesta del sindacato sulla condizione degli anziani a Norcia e Cascia dopo il terremoto: ne emergono un forte senso di isolamento e scoraggiamento e la preoccupazione per la mancanza di servizi sanitari all’altezza sul territorio.