Ancora una volta Confindustria rivede al ribasso le sue previsioni economiche per l'economia italiana. Secondo il Centro Studi dell'associazione industriali, il Pil per il 2014 non andrà oltre una crescita dello 0,2% contro il +0,7% previsto a dicembre scorso, mentre nel 2015 la crescita si fermerà all'1%, contro il +1,2% stimato in precedenza.

E con questi ritmi l'economia italiana risulta la peggiore tra quelle dei cosiddetti Pigs, ossia i paesi dell'area euro più deboli. Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, infatti, sono cresciuti molto più dell'Italia prima della crisi e sono arretrati meno durante la recessione (eccetto la Grecia). Inoltre ora il loro recupero sarà più rapido nel 2014-15. 

Se il Pil italiano, infatti, ha perso il 7,2% rispetto ai livelli del 2007, l'Irlanda si ferma a -3,6%, la Spagna a -3,9% e
il Portogallo a -4,3%. Solo la Grecia, come detto, fa peggio (-21%).

Ma se si risale ancora indietro negli anni, fino al 2000, il differenziale di crescita dell'Italia rispetto agli altri Pigs "raggiungerà così nel 2015 il -2,3% rispetto al Portogallo, il -3,6% nei confronti della Grecia, il -16,6% verso la Spagna e il -25,1% sull'Irlanda".

Dunque, "la salute dell'economia italiana rimane fragile", dice il centro studi di Confindustria. "Ci sono miglioramenti", evidenti in alcune aree, "ma la malattia della lenta crescita non e' stata debellata e il paziente e' debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure. Anzi, sono in atto emorragie di capitale umano e perdita di opportunità di business".

In tema di occupazione, la previsione è di un ulteriore aumento della disoccupazione nell'anno in corso. Il centro Studi della Confindustria prevede infatti che il tasso di disoccupazione aumenterà al 12,6% nel 2014 dal 12,2% registrato nel 2013 per poi tornare leggermente a calare nel 2015 al 12,5%. L'occupazione totale scenderà nel 2014 dello 0,6% per poi tornare a salire dopo un triennio di segni negativi nel 2015 con un +0,4%.