L’incontro  presso il Ministero del Lavoro ha definito l’accordo per la chiusura della procedura di licenziamento collettivo aperta da Comdata, che prevedeva il licenziamento di 225 lavoratrici e lavoratori di Padova e Pozzuoli:  l’attivazione di ammortizzatori sociali per entrambe le sedi è una buona soluzione secondo i sindacati di categoria, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil che in una nota sottolineano come "gli impegni sanciti nell’accordo siano finalizzati alla conservazione dei posti di lavoro e propedeutici alla costruzione di condizioni utili ad assicurare un futuro produttivo".

Un risultato "importante e non scontato", sottolineano Slc, Fistel e Uilcom, "che va ascritto a tutte le lavoratrici e ai lavoratori di Comdata che hanno sostenuto con lo sciopero le ragioni che le organizzazioni sindacali hanno posto fin dall’inizio".

Nel dettaglio, l’accordo prevede percorsi differenziati per le due sedi dell’azienda. Per la sede di Padova, l’azienda richiederà l’intervento del Fondo di integrazione salariale (FIS) per 12 mesi, con decorrenza 2 agosto 2018, nella forma dell’assegno di solidarietà. In questo caso, la percentuale media massima di riduzione dell’impegno di lavoro, risulterà pari al 50% del personale impiegato. Per la sede di Pozzuoli, invece, sono previsti 8 mesi tra ferie e Fondo di Integrazione Salariale (Fis). Allo stesso tempo, l'azienda si è impegnata a ricercare, in tempi brevi, commesse ed attività da spostare sul territorio napoletano, oltre ad una nuova sede che consenta di abbattere i costi della struttura attuale. In entrambi casi, l'azienda si è assunta l’onere di salvaguardare il perimetro occupazionale, con l'impegno a non procedere comunque a soluzioni unilaterali e traumatiche nei confronti dei lavoratori.