TRATTATIVA RINNOVO CONTRATTO ENERGIA E PETROLIO

LA MONTAGNA non PARTORISCE IL TOPOLINO

A distanza di 5 mesi e 13 giorni dall'apertura delle trattative, il rinnovo del contratto del settore è ancora al palo.

La trattativa procede con la stessa approssimazione con cui ebbe inizio il 30 luglio u.s., quando Confindustria Energia volle aprire il confronto nonostante la Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil non avessero ancora presentato la piattaforma rivendicativa.

Ad oggi l'impianto normativo, di cui si è discusso, non ha prodotto testi condivisi su nessun argomento; inoltre sono del tutto assenti risposte su temi centrali quali: la trasformazione dei vari lavoratori precari e instabili; parificazione del trattamento ferie giovani-anziani; regolamento normativo del contratto estero; miglioramento del trattamento riferito ai lavori in turno, e ad altre materie non meno importanti.

Per quanto riguarda la rivisitazione del sistema classificatorio e dei CREA , siamo alle mere enunciazioni ma, in sostanza ad una nuova proposta di rinvio.

Mentre per quanto riguarda il welfare (Fondo Complementare, Assistenza Sanitaria), siamo nella sostanza difronte ad una proposta di rinvio alla discussione dell'intera partita economica.

Pur registrando qualche passo avanti rispetto all'assunzione di impegni per la costruzione del contratto unico del settore energia, nei testi consegnatici il 13 gennaio u.s., viene previsto, per l'industria gas il riproporzionamento complessivo dei minimi e dei CREA (leggi riduzione), per noi inaccettabile quanto irrealistica.

Si determina così, anche su questo punto, un inaccettabile passo indietro rispetto alla precedente proposta di parziale differenziazione degli aumenti relativi a questo rinnovo contrattuale.

Per quanto riguarda la parte salariale, la controparte continua a ragionare in astratto. Riteniamo che sia indispensabile che vengano forniti gli elementi reali relativi alla consistenza degli organici suddivisi per fasce di inquadramento e CREA e, l'indicazione dell'incidenza media ponderale delle diverse voci stipendiali fisse che consentano la corretta determinazione del “valore punto”.

Questi elementi di riferimento sono necessari per giungere alla definizione di un aumento salariale, basato su elementi di costo certi e condivisi, tale da consentire un recupero del potere di acquisto dei salari, erosi negli anni precedenti dall'inflazione reale e dalla mancata restituzione del drenaggio fiscale.

L'idea formulata da Confindustria Energia, di applicare un valore punto teorico non concordato fra le parti, appare non solo bizzarra, ma tale da far apparire il contenuto economico del ccnl energia e petrolio non fra i migliori, come normalmente si ritiene, ma fra I peggiori contratti dell'industria, cosa che palesemente non è credibile.

Per quanto riguarda il salario di anzianità, fermo restando che la Filcem-Cgil ritiene necessario che ogni intervento in materia debba essere sottoposto alla verifica del mandato in quanto non contemplate nelle piattaforme di rinnovo presentate, ritiene inaccettabile la proposta avanzata dalla Confindustria Energia di abolire i 12 scatti di anzianità previsti dal contratto, in cambio di 28,25 euro/mese spalmati nei tre anni, sui minimi.

Ciò varrebbe esattamente quanto percepiranno comunque i lavoratori nel prossimo triennio, senza cancellare il sistema in essere.

La Filcem-Cgil ritiene pertanto che la riunione plenaria fissata per il prossimo 25 gennaio debba essere utile a far progredire su posizioni unitarie la trattativa uscendo da inutili tatticismi ed entrando finalmente nel merito dei numersoi punti aperti.

La Segreteria Nazionale Filcem-Cgil

Roma, 15 gennaio 2010