Sciopero e corteo sabato 26 agosto a Locri (Reggio Calabria) dei dipendenti del call center Call & Call Lokroi. A motivare la protesta, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, l’avvio il 5 luglio scorso della procedura per 129 licenziamenti. Per salvare i posti di lavoro c’è tempo fino al 18 settembre, giorno in cui gli esuberi diventeranno effettivi. “Un dramma per centinaia di famiglie” spiegano i sindacati, sottolineando anche gli effetti di “impoverimento socio-economico del territorio”. La partenza della manifestazione, con appuntamento sotto la sede aziendale, è prevista per le ore 18.

Il gruppo Call & Call è uno dei principali operatori italiani di business process outsourcing, focalizzato sui processi di marketing, customer care e vendita. Fondato nel 2001, il gruppo conta attualmente sette sedi operative in Italia (La Spezia, Lecce, Milano, Locri, Pistoia, Cagliari e Roma) e una in Romania, con oltre 1.900 postazioni e 2.500 dipendenti.

Slc, Fistel e Uilcom della Calabria, assieme alle rispettive segreterie nazionali, hanno richiesto incontri sia al ministero dello Sviluppo economico sia al player di transizione energetica Engie Italia, titolare della commessa che ha provocato l'esubero dei 129 addetti, per avviare un confronto sulla vertenza. Il vertice con Engie Italia è previsto per martedì 5 settembre, mentre dal ministero non è ancora giunta alcuna risposta.

I lavoratori, in una lettera inviata a istituzioni e cittadini, stigmatizzano anzitutto “la fuga irresponsabile dell’ennesimo committente che ha deciso di abbandonare il nostro territorio”. E rivendicano la “determinazione, qualità e serietà” con cui hanno “costruito questa realtà aziendale negli ultimi dieci anni, facendo del nostro impegno un baluardo di legalità e orgoglio per le nostre famiglie e per l'intero territorio”. Ma il “lavoro è un diritto ancora una volta a noi negato, e per difenderlo abbiamo bisogno dell'impegno fattivo di tutti”.

Sindacati e dipendenti chiedono la “partecipazione attiva di tutte le istituzioni, che non sia solo limitata a generiche dichiarazioni di solidarietà, ma che si manifesti in iniziative concrete finalizzate alla ricerca di nuove aziende che vorranno investire sulla nostra realtà lavorativa, già in grado di garantire professionalità e redditività degli investimenti in ambito di contact center”. E la missiva così si conclude: “È giunto il momento dei fatti, alle dichiarazioni si susseguano le scelte”.