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Dalle 5 i lavoratori Aferpi di Piombino si sono riuniti in presidio, bloccando l'attività dello stabilimento, in vista dell'incontro convocato dal ministro Calenda per il prossimo lunedì in vista della scadenza dell'addendum siglato da Governo e Cevital. "L'azienda, nei fatti, si è dimostrata sotto tutti i punti di vista inaffidabile e inadempiente rispetto agli impegni assunti con il Governo", spiegano in una nota Mirco Rota, coordinatore Fiom per la siderurgia, e Davide Romagnani, segretario generale della Fiom di Piombino.
A fronte degli impegni disattesi la Fiom chiede al Governo un intervento risolutivo nei confronti di Rebrab, "che deve lasciare la proprietà dell'azienda". Ormai il patron algerino Issad Rebrab e il suo piano siderurgico di rilancio degli stabilimenti piombinesi non sono più considerati affidabili, né tanto mento realistici, da nessuno, dopo tre anni di promesse, rinvii, incontri e proteste. E gli stabilimenti, fiore all'occhiello della siderugia italiana di qualche anno fa, sempre più lontani dal rilancio sul mercato.
Dopo di che, il Governo, continua il comunicato, "è tenuto ad assumere la governance dell'azienda per favorire nel più breve tempo possibile la ripresa delle attività con le strumentazioni economiche e finanziarie adeguate. Va avviato da subito un lavoro di individuazione dei soggetti industriali in grado di garantire la ripresa produttiva dell'acciaio. E nel frattempo, devono essere garantiti ai lavoratori adeguati ammortizzatori sociali finalizzati al reinserimento lavorativo".
"Il Governo non può tergiversare e nemmeno concedere proroghe, ma solamente adottare gli atti necessari affinchè si concluda positivamente la vertenza”. Lo dichiarano in una nota congiunta", concludono i sindacalisti.