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La pesante crisi economica e sociale legata all’emergenza sanitaria, che si somma a ritardi e fragilità preesistenti nella nostra regione, chiedono alla classe dirigente regionale – istituzioni, politica, parti sociali – di svolgere un ruolo da protagonista nell’individuazione e programmazione delle priorità e degli interventi, dentro la cornice costruita dall’Unione europea e dal piano del governo.
Fra gli obiettivi indicati dalla Commissione europea: la difesa del lavoro che c’è e la creazione di nuova occupazione, soprattutto per donne e giovani; le politiche per la salute; la transizione energetica e digitale per sostenere ambientalizzazione e innovazione degli insediamenti industriali; il completamento infrastrutturale, per rendere competitivi e attrattivi i sistemi produttivi e colmare il gap di sviluppo tra Nord e Sud, spingendo sulla coesione territoriale.
Va da sé che a fronte della quantità di risorse a disposizione, il piano è un’occasione non solo irripetibile ma probabilmente anche l’ultima che ci è data per costruire un futuro migliore per i cittadini pugliesi. Quindi non sarà consentito a nessuno sbagliare: serve un’assunzione collettiva di responsabilità nelle risposte da dare per migliorare la qualità della vita delle persone e un sistema di relazioni che conduca alla condivisione di obiettivi e interventi.