Quarant’anni fa, poco dopo la sua morte, Italo Calvino avrebbe dovuto tenere le sei conferenze ad Harvard, e ancora oggi il loro fascino si proietta su di noi
Il 6 settembre del 1985, all’età di 61 anni, lo scrittore viene colto da un ictus nella sua villa nella pineta toscana di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia, dove trascorreva le vacanze. Dopo aver ripreso parzialmente conoscenza per qualche giorno, si aggrava e muore il 19 settembre a causa di una sopraggiunta emorragia cerebrale
Era il 23 ottobre quando i manifestanti, solidali con i dimostranti polacchi, scesero lungo le strade della capitale ungherese. Poco dopo i militari sovietici avrebbero invaso il Paese
Il 19 settembre 1985 moriva a Siena Italo Calvino, scrittore e partigiano. Un intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, fra i narratori italiani più importanti del secondo Novecento
Dopo i fatti d'Ungheria e la repressione violenta delle proteste in Polonia, in dissenso con la linea adottata dal partito comunista in Italia, lo scrittore ne lascia le fila con una lettera che lui stesso definirà d’amore
Radicale nella politica, nella vita e nelle sue opere, lo scrittore non riusciva a comprendere perché l'interruzione volontaria di gravidanza è un diritto delle donne
Trentacinque anni fa ci lasciava uno dei più grandi autori del Novecento. Le sue opere e il suo impegno politico vanno letti assieme, in un percorso che accompagna la sinistra italiana da Giuseppe Di Vittorio all'amico Che Guevara
Dopo i fatti d'Ungheria, lo scrittore decide di dimettersi dal Pci con una lettera che lui stesso definirà "d'amore" pubblicata su l'Unità il 7 agosto 1957
La letteratura antiretorica di Italo Calvino e l’importanza del partigiano Kim. L'innovazione storiografica di Claudio Pavone. Le memorie di Carla Capponi, partigiana coraggiosa nella Roma nazifascista
Poeta, scrittore, operaio, emigrato in Norvegia nel '57. Aveva 81 anni. Molto amato da Fortini e Volponi. Quasimodo lo definì "uomo d'avanguardia nel senso positivo, cioè della fede nell'attualità e per la violenza del discorso"