Lungaggini e inefficienza. La burocrazia continua a scontentare – anziché aiutare – i cittadini italiani nelle loro mille incombenze quotidiane. La pensa così oltre il 60% del campione intervistato dall'Osservatorio Futura per conto della Cgil. Anche corruzione, artificiosità e regolamenti astrusi non sembrano ancora consegnati al passato. Mentre solo piccole percentuali associano al termine "burocrazia" i concetti di tutela (10%), garanzie (9%) ed efficienza (8%).

L'Europa è un'altra cosa

Rispetto agli altri paesi europei il sistema burocratico italiano risulta molto meno efficiente. Solo il 6% del campione lo ritiene infatti leggermente migliore, mentre oltre la metà degli intervistati lo ritiene peggiore. Tra gli ambiti che risentono maggiormente della pesantezza delle pratiche burocratiche ci sono il fisco (51%), seguito dagli enti locali (41%) e poi Inps, sanità e tutto ciò che a che vedere col lavoro. 

Ed è per tutti questi motivi, si legge nel report, che "la burocrazia è vissuta come un limite allo sviluppo e alla crescita. Inoltre espone imprese e cittadini a un elevato rischio di errore e a perdite di tempo, spesso dovute alla richiesta, anche ripetuta, di numerose informazioni". Due intervistati su tre si lamentano della perdita di tempo che assolvere alle pratiche burocratiche comporta. Pesano anche tra gli aspetti più gravosi i costi da sostenere e il numero di informazioni da fornire, non sempre di facile reperibilità. 

Troppo tempo dietro alle pratiche

Tutto questo si traduce nel fatto, si legge ancora nel report, che "la metà del campione un cittadino adopera settimane del suo tempo ogni anno per assolvere agli adempimenti burocratici. Più di un terzo comunque ritiene che vengano spesi svariati giorni". 

Ma quali sono i fattori che più di altri incidono sul rallentamento dell’azione amministrativa? Innanzitutto il mutamento continuo delle norme che genera confusione ((56%) e la mancanza di informazioni chiare sui documenti da produrre per poter ottenere un determinato servizio (55%). Eccessiva produzione di norme, frammentazione delle responsabilità e bassa digitalizzazione completano un quadro già abbastanza complesso. 

Cosa fare per cambiare questa situazione insoddisfacente? Innanzitutto snellire gli adempimenti burocratici attraverso la semplificazione delle regole (70%) e in seconda battuta arrivare alle completa digitalizzazione dei processi (52%), richiesta soprattutto dagli uomini e dai giovani. Inoltre anche la possibilità di limitare la ripetitività dei processi aiuterebbe a pensare a una burocrazia più agile. 

Il ruolo del sindacato

Se ci si concentra specificamente sul lavoro, quello che emerge dal sondaggio dell'Osservatorio Futura è che, spiegano i ricercatori, "la burocrazia crea difficoltà in tre specifici ambiti: l’avvio di una attività in proprio, nella relazione con gli enti previdenziali e nella regolazione delle normative relative ai luoghi di lavoro. Un terzo del campione però lamenta anche le difficoltà create nella gestione dei rapporti tra lavoratore e datore di lavoro".

E i sindacati? Il loro ruolo è determinante nello sciogliere il nodo burocrazia per circa il 35% del campione (la percentuale sale a circa il 40% tra gli operai e i residenti al Sud). Le organizzazioni dei lavoratori potrebbero risultare efficaci contribuendo a semplificare le procedure burocratiche; sostenendo i lavoratori svantaggiati dalle complessità burocratiche; attuando una proficua attività informativa su tutto ciò che ruota intorno alla burocrazia.

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