Si chiama “instant classic” un classico immediato: un'opera che per vedere assodata la propria statura non deve aspettare la prova del tempo. Al momento della sua apparizione in breve viene già riconosciuta, amata e storicizzata, quindi si ritaglia uno spazio nell'immaginario. Il cinema delle donne è pieno di titoli, nei nostri anni: certamente non abbastanza, visto che in Italia solo il 15% di opere prime e seconde sono dirette da donne, mentre su dieci registi in attività due non sono uomini (dati European women's audiovisual network). In occasione dell'8 marzo 2020 vogliamo consigliare cinque “instant classic” del cinema sulle donne, cinque film del contemporaneo, senza fare classifiche e senza limitarsi alla data della ricorrenza: si possono vedere tutto l'anno.

Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne (2014)

La Sandra di Marion Cotillard affronta un referendum imposto dal capitale: i colleghi devono rinunciare al bonus di 1.000 euro o lei perderà il posto di lavoro. In un weekend (due giorni e una notte) dovrà convincerli a votare per lei. Pedinamento della protagonista, camera a spalla, realismo che sfocia nella metafora: i fratelli valloni Dardenne firmano il più grande film sulla guerra tra poveri di oggi. Con un finale per spezzare il cerchio.

Un valzer tra gli scaffali di Thomas Stuber (2018)

Può nascere un amore tra i commessi di un supermercato nella Germania dell'Est, precisamente nei corridoi (titolo originale: In den Gängen)? Lo inscena il cineasta tedesco Thomas Stuber, conscio che un supermarket è duro lavoro, ma può aprire anche uno spazio di sentimento. Incroci di sguardi tra gli scaffali: il colpo di fulmine di Christian è la protagonista femminile Marion, incarnata dal volto di Sandra Hüller.

Sole cuore amore di Daniele Vicari (2016)

Eli lavora dalla mattina alla sera. Si sveglia che è buio, prende pullman e treni, ritorna che è buio. Il suo fisico gradualmente si logora, ma è essenziale continuare a lavorare. Vicari incide l'affresco di una lavoratrice (grande prova di Isabella Ragonese) spietato quindi plausibile, calato nel contemporaneo come la canzone di Valeria Rossi che forma il titolo contraddittorio. Altro che Sole cuore amore, la tragedia è dietro l'angolo. Un film alla Ken Loach.

7 Minuti di Michele Placido (2016)

Sono tutte operaie tessili quelle del testo teatrale di Stefano Massini, adattato da Placido. Un'opera di grande tempra morale che pone la questione dei diritti: rinunciare a sette minuti di pausa oggi è l'inizio dell'erosione delle tutele che arriverà domani. Accettare o rifiutare l'accordo? Le undici donne ne discutono in assemblea. La parola ai giurati di Sidney Lumet riscritto sulle lavoratrici del presente.

Gli ultimi saranno gli ultimi di Massimiliano Bruno (2015)

Luciana è incinta e viene licenziata dalla sua azienda: il gesto estremo è sequestrare il manager. Il bossnapping all'italiana viene inscenato a sorpresa da Massimiliano Bruno, regista comico che qui fa ridere poco, in un film che pone precise coordinate spazio-temporali nel nostro territorio (Anguillara, nella Tuscia). E si affida al volto di Paola Cortellesi, attrice “sociale” e una delle migliori della sua generazione.

BONUS TRACK
The Assistant di Kitty Green (2019)

Un giorno nella vita dell'assistente di un dirigente. Esce all'alba, affronta problemi e capricci, i più svariati, lavora dodici ore e non riesce a chiamare il padre per il suo compleanno. Nell'ombra c'è anche un abuso. Film americano di una donna sul lavoro di una donna, visto all'ultima Berlinale, speriamo che arrivi in Italia: sarà un “instant classic” del futuro.