Essere "poveri energetici" o rischiare seriamente di diventarlo con forti difficoltà ad acquistare servizi minimi come elettricità e acqua calda e a riscaldare o raffreddare correttamente le proprie abitazioni. A vivere in questa condizione è il 47 per cento degli anziani, intervistati nell'ambito di una indagine realizzata dallo Spi (il sindacato dei pensionati Cgil) e dalla Fondazione Di Vittorio e presentata oggi, 26 novembre, a Roma.

Secondo l'analisi il 14 per cento degli anziani è da considerarsi indigente perché non può far fronte ai bisogni primari e non è nelle condizioni di poter mantenere una temperatura adeguata nella propria abitazione, anche in ragione della totale assenza di misure di efficientamento energetico - a partire dai doppi vetri - e in molti casi della mancanza dell'impianto di riscaldamento. Ad uno stato di povertà energetica si accompagnano generalmente condizioni di salute precarie se non compromesse.

Gli anziani a rischio povertà energetica sono invece oltre il 33 per cento. Non hanno condizioni economiche familiari né agiate né di indigenza ma non riescono comunque a garantirsi una temperatura confortevole nell'ambiente domestico. Sono per lo più famiglie mononucleari (tendenzialmente vedove o vedovi) che vivono in abitazioni di dimensioni ridotte che non superano i 60mq situate in condomini e in ambienti urbani.

Il 53 per cento degli anziani a fronte di un maggiore disponibilità finanziaria è in grado di mantenere una temperatura adeguata sia nella stagione estiva che in quella invernale, senza ripercussioni negative sulle condizioni di salute. Riesce a pagare delle bollette a consumi limitati grazie all'adozione di misure di efficientamento energetico.

Particolare attenzione va prestata ai bonus energetici, strumenti che sulla carta avrebbero dovuto limitare e contrastare questi fenomeni. Solo il 30 per cento delle famiglie che avevano diritto ne hanno effettivamente fatto uso. Una percentuale che dimostra come la misura, seppur importante, non ha sortito gli effetti sperati e non ha coinvolto tutte le persone che ne avevano bisogno. Dalla indagine è emerso che molti degli aventi diritto non ne hanno effettivamente fatto richiesta e che una parte rilevante delle famiglie che sono in condizione di povertà energetica ne resterebbe comunque fuori, data l'architettura complessa della misura e il complicato iter amministrativo per attivarla.

Secondo quanto emerso dalla ricerca, "si rende pertanto necessario rafforzare questo strumento allargando la platea dei beneficiari, aumentando l'importo dei bonus e semplificando le procedure burocratiche che li regolano. Allo stesso tempo occorre anche puntare maggiormente sulle misure volte ad accrescere l’efficienza energetica delle abitazioni che consentono di abbattere la spesa riducendo i consumi di energia.