Il nuovo lockdown atteso da lunedì 15 marzo, i dubbi sul vaccino AstraZeneca, ma anche la proclamazione dello sciopero nazionale dei lavoratori di Amazon per lunedì 22 marzo: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (venerdì 12 marzo).

“Europa, tensioni su AstraZeneca. Inchieste su cinque morti in Italia, stop in alcuni Paesi. L’Ema rassicura: solo 30 casi sospetti su 5 milioni di iniezioni. Da lunedì l’Italia chiude: 18 regioni a rischio tra rosso e arancione. L’indice di contagio in aumento” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “AstraZeneca, paura in Europa. Due lotti di vaccino sospettati di aver causato trombosi fatali, nove Paesi li ritirano. Tre casi in Italia, bloccata la somministrazione. Ursula von der Leyen a Draghi: ‘Nessuna correlazione tra il farmaco e i decessi’. L’Ema: ‘Andare avanti’. E dà il via libera a J&J. Salgono i contagi e l’Rt, quattordici Regioni rischiano la zona rossa”.

“Da lunedì in zona rossa due italiani su tre. Record di contagi, regole più dure in dodici regioni. Escalation di ricoveri nelle terapie intensive. In Piemonte l’indice Rt sale a 1,41”, recita la Stampa, tema analogo per il Messaggero: “Nuovo picco, Lazio in rosso. I contagi toccano quota 25 mila. L’Rt a 1,3, mai così alto da 9 mesi. Chiudono sette regioni. Da lunedì serrata per bar, ristoranti, scuole e parrucchieri. Terapie intensive in affanno”.

Il Giornale apre con “Cambiano i ristori, subito i soldi sul conto. Centrodestra in pressing: bonifici rapidi alle partite Iva in crisi. Vaccini: c’è la norma anti-furbetti”, Libero con “Chiudono tutto e aprono al virus. Ormai è deciso: il Paese, da lunedì, sarà una grande zona rossa. Blindati pure i negozi. Eppure tre studi universitari dimostrano che è inutile: alla riapertura il Covid riprenderà”. Infine, il Fatto Quotidiano: “Vaccini: caste all’assalto mentre mezza Italia torna rossa. 12 mila salta-fila nel mirino dei Nas. Chi sono da Nord a Sud: avvocati, giudici, fisici, psicologi, dipendenti di aziende, ‘professionisti a rischio Covid’ (o quasi).

Aperture differenti per gli altri quotidiani. Per il Sole 24 Ore c’è “L’Italia ha speso solo il 48% dei fondi Ue. Ritardi ancora più netti proprio nei settori ritenuti strategici per la crescita. Il riparto delle risorse 21-27 premia Lombardia e Lazio. Verso il taglio dei Pon”, mentre il Manifesto titola “Serrata a domicilio. Il primo sciopero di tutta la filiera Amazon al mondo avverrà in Italia il 22 marzo. Cgil, Cisl e Uiltrasporti hanno unito i 40 mila addetti del gigante di Bezos, di cui 19 mila driver. Chiedono di rallentare i ritmi insostenibili al tempo della pandemia. Senza risposta”.

Le interviste
“Al via opere pubbliche che valgono 66 miliardi”: questo il titolo della lunga intervista al ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, apparsa oggi su Repubblica. Il Parlamento ha dato il via libera al commissariamento di 58 opere: “I lavori partiranno in tempi brevi, il Parlamento ha accettato la lista delle opere e dei commissari che avevamo presentato. Si tratta di alte professionalità, come tecnici provenienti da Anas o dalle Ferrovie, già pronti a iniziare a lavorare. La velocità di esecuzione dovrebbe essere elevata. Entro aprile sarà poi pronto un secondo decreto per sbloccare altre opere da approvare entro giugno”. Alcune delle 58 opere già sbloccate potranno essere finanziate anche con i fondi europei: “Il Piano di ripresa e resilienza lo prevede (…) purché rispettino i vincoli previsti dalle regole di Bruxelles: servono progetti molto dettagliati e sostanziosi. E che abbiano un impatto positivo sull'economia e sulla vita di imprese e cittadini, in un’ottica di sviluppo sostenibile. Il tutto entro il 2026 deve essere messo in esercizio”.

Giovannini boccia il ricorso sistematico ai commissari (verranno nominati “solo quando sarà necessario, di certo se le opere si incaglieranno. Ma quella dei commissari non può essere l'unica soluzione”) e annuncia novità nel sistema degli appalti: “Finora il dibattito si è concentrato soprattutto sul Codice degli appalti. Si pensa che siano tutti lì i problemi. In realtà non esiste la bacchetta magica. Un recente studio della Banca d'Italia ha calcolato i tempi medi delle varie fasi di realizzazione di un'opera pubblica: sono necessari due anni per la fase di progettazione, sei per l'affidamento, due per l'esecuzione. Insomma, circa il 40 per cento del tempo complessivo ha a che fare con la capacità degli enti appaltanti a definire un progetto. Qui non c'entra il Codice degli appalti, ma il depauperamento di professionalità che ha subìto la nostra pubblica amministrazione”.

L’ultima questione affrontata nell’intervista è quella di Alitalia, dove si prefigura una società con solo il settore volo e non quelli dei servizi a terra e della manutenzione. Al ministro non piace il termine “spezzatino” perché “implicitamente si dice una cosa piccola. Non è questo il piano di Italia trasporto aereo (Ita). Per avere un vettore robusto non è necessario che sia del tutto verticalmente integrato, ma può stringere alleanze nuove ed essere un cliente forte anche delle funzioni eventualmente distribuite”. Riguardo gli eventuali esuberi, il ministro assicura che sul tema “del lavoro il governo sta immaginando soluzioni innovative. La prossima settimana proseguiremo l'interlocuzione con la Commissione di Bruxelles. Vorrei aggiungere, però, che far nascere oggi una nuova compagnia aerea può avere il vantaggio di costruirla intorno a un modello di trasporto aereo più sostenibile, e quindi più attraente per la clientela giovane, mentre per chi già opera non è semplice una riconversione rapida. Tutto dipenderà dal piano industriale”.

Gli editoriali
Alla dittatura dell’algoritmo, e dunque allo sciopero dei lavoratori Amazon indetto per lunedì 22 marzo, è dedicata la riflessione dell’economista e scrittore Guido Maria Brera, pubblicata sulle colonne della Stampa. “Il capitalismo delle piattaforme comincia a mostrare le prime incrinature, la città torna a essere luogo di conflitto”, spiega Brera, evidenziando l’emergere “dell'utopia negativa della sharing economy: la tecnologia non più al servizio dell'umanità ma utilizzata contro l'umanità, in questa dittatura dell'algoritmo che è stata definita come capitalismo della sorveglianza”. L’economista rimarca che la pandemia “ha avuto il merito di rendere evidenti contraddizioni che prima si preferiva ignorare, la sua violenza ha rivelato la malvagità di questo sistema, fatto di sfruttamento, prevaricazione, violenze, abusi”.

Brera rileva che “in tutti i Paesi occidentali, una serie di leggi di riforma in senso regressivo del mercato del lavoro hanno creato una nuova forza lavoro libera da ogni diritto e tutela. Libera di essere schiava. Il risultato è che le piattaforme hanno aumentato i fatturati, modificando il tessuto stesso delle metropoli, il nostro modo di abitarle”. Ce ne siamo accorti all'improvviso durante i lockdown: “Improvvisamente gli invisibili sono diventati visibili, e questa visione si è mostrata in tutta la sua tremenda violenza. Non macchine ma persone in carne e ossa, forza lavoro sfruttata fino al midollo attraverso gli algoritmi che racconta di focolai, contagi, malattie, licenziamenti o casse integrazioni a zero ore. Mentre le piattaforme segnano profitti incredibili”.

Ma è proprio in “questa incrinatura della società che voleva raccontarsi pacificata (…) che emergono prepotenti le speranze per un futuro migliore. Nuovi meccanismi di solidarietà e cooperazione (…) fino agli scioperi generali e nazionali dei rider e dei facchini del 22 e 26 marzo. Nuove forme di protesta e resistenza che ci riportano in una dimensione in cui è il conflitto il motore del progresso”. In conclusione, Brera vede farsi strada “una nuova idea di sviluppo sostenibile basato sul libero accesso ai dati e agli algoritmi che regolano le economie delle metropoli. Per ripensare, qui e ora, una società in cui la tecnologia non sia utilizzata come strumento di oppressione per incatenare i nuovi schiavi, ma come strumento di liberazione al servizio del benessere collettivo”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata all’università. Trovano spazio un approfondimento sui provvedimenti degli ultimi vent’anni che introduce il confronto pubblico organizzato per oggi pomeriggio dalla Flc Cgil nazionale; la video-intervista a Stephen J. .Toope, vice cancelliere di Cambridge, sul ruolo fondamentale degli atenei mella lotta alla pandemia; l’intervista al segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli sull’università dei prossimi anni.

Da segnalare sono anche lo streaming di “Domani è già qui”, l’incontro online tra studentesse e studenti con il segretario generale Cgil Maurizio Landini avvenuto ieri; l’analisi del presidente della Fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni dell’ultimo rapporto Istat; la dichiarazione dello sciopero in tutti i magazzini Amazon per lunedì 22 marzo; la decisione della Mondo di Cuneo di delocalizzare in Spagna la produzione del pallone Super Santos; la toccante lettera di un delegato Filctem Cgil della Brianza sulla sua esperienza da contagiato Covid; il commento della Fiom Cgil alla decisione della Leonardo di ridurre di mille unità la propria Divisione Aerostrutture;

Da non perdere è il longform “Milano Agile”: un viaggio tra istituzioni, sindacato e lavoratori pubblici e privati che spiegano, ciascuno dal proprio punto di vista, come si svolge un giorno di ordinario smart working nel capoluogo lombardo. Nel longform trovano spazio i video con le interviste al segretario della Cgil milanese Massimo Bonini e al dirigente della Fp Cgil milanese Vito Romito, cui si aggiungono la testimonianza della lavoratrice bancaria Chiara Caliano di Sesto San Giovanni e il podcast dell’intervista all’assessora alle Politiche del lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.