Il caro bollette, l’inflazione, la crisi economica in Italia colpiscono duro. Secondo i dati Eu-Silc, su reddito, povertà ed esclusione sociale, almeno 5 milioni e mezzo di persone oggi non possono permettersi di mangiare regolarmente un pasto proteico (con carne, pesce o un equivalente vegetariano). E tra questi c’è un numero crescente di bambini e ragazzi che sperimentano gli effetti della povertà alimentare.

I loro racconti sono riportati nell’indagine “Cresciuti troppo in fretta” dell’organizzazione internazionale ActionAid, un focus su adolescenti tra i 11 e i 16 anni che vivono in famiglie che si rivolgono agli enti di assistenza a Corsico e Baranzate, in provincia di Milano, e a Siena. Un fenomeno strutturale che con la pandemia Covid-19 ha subito un’accelerazione e si è sommato all’impoverimento che era già presente.

Quest’anno solo la metà di quanti soffrono la povertà alimentare, circa 2 milioni e 856 mila persone, la cifra più alta dall’inizio della crisi sanitaria, si è rivolta agli enti di assistenza. Restano fuori dalle statistiche quanti vivono al limite e rischiano di scivolare verso il disagio economico grave. Come raccontano le famiglie intervistate da ActionAid, il 74 per cento è in ritardo con le bollette, l’87 per cento non può affrontare spese extra e impreviste, il 42 dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato per sé e i propri figli.  

“Ma la povertà assoluta non basta a definire la povertà alimentare che è composta da molte dimensioni – spiega il report dell’organizzazione -: mancanza di accesso a cibo adeguato e di qualità, stress e stigma che genera il vivere in una condizione di costante bisogno e precarietà, restrizioni delle occasioni sociali legate al cibo, sacrificate dalla mancanza di risorse. Bisogni e vissuti immateriali che producono conseguenze negative significative anche sul piano del benessere psico-fisico, soprattutto nei più giovani”.

Stiamo parlando di ragazzi che al supermercato non possono comprare i cibi preferiti o quelli troppo costosi, si preoccupano per i genitori e la loro salute, non praticano sport, vivono con vergogna l’impossibilità di mangiare fuori con i coetanei o di invitare un amico a casa per la merenda. Insomma, hanno consapevolezza delle grandi difficoltà economiche della propria famiglia e sono abituati a cavarsela, anche se tra delusioni, tristezza e ansia non perdono la speranza in un futuro positivo.

“Senza efficaci misure di contrasto, la povertà alimentare continuerà a crescere – spiega Roberto Sensi, del programma povertà alimentare di ActionAid Italia -. Strumenti come il reddito e la pensione di cittadinanza e l’assegno unico per i figli e quelle emergenziali del periodo pandemico sono state un utile argine, ma vanno rafforzate ed estese per raggiungere tutti quei soggetti più esposti al rischio di povertà, come lo sono, per esempio, i minori e gli stranieri. È necessario inoltre garantire l’accesso ai servizi, alcuni dei quali dovrebbero finalmente essere considerati essenziali, a partire dalle mense scolastiche”.