PHOTO
Sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità privata e delle Rsa indetto per l’intera giornata del 22 maggio da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Ecco le iniziative sul territorio.
Basilicata
Sono oltre duecentomila in Italia i lavoratori cui vengono applicati i contratti Aris e Aiop Sanità privata e rsa, seicento in Basilicata, operanti presso Universo Salute – Opera Don Uva, la Fondazione Don Gnocchi di Acerenza e Tricarico e i Padri Trinitari di Venosa e Bernalda. Lavoratori che svolgono un servizio pubblico garantendo il diritto alla salute e che chiedono l’applicazione del giusto contratto e l’equiparazione del lavoro privato in sanità alla sanità pubblica.
“Le trattative per il contratto unico per i lavoratori che operano nelle RSA – si legge nella nota dei sindacati lucani, firmata da i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Giuliana Scarano, Pino Bollettino, Antonio Guglielmi – si dovevano inderogabilmente avviare a far data dal 1 gennaio 2024 e ad oggi sono praticamente ferme, perché AIOP e ARIS hanno deciso, con un modus operandi che sa di ricatto, che non si siederanno al tavolo negoziale se prima non avranno certezza del reperimento dell’intera copertura del costo contrattuale da parte del Governo e delle Regioni. Analoga situazione si sta verificando nella sanità privata, dove si pensava di aver definito una volta per tutte con il CCNL stipulato nel 2020, dopo 14 anni di attesa, l’utilità di mettere sullo stesso piano i lavoratori della sanità privata con quelli della sanità pubblica, garantendo loro parità di trattamento (a pari mansioni devono corrispondere pari retribuzioni), in modo da evitare la costante fuoriuscita del personale dal comparto privato verso quello pubblico, ma evidentemente questo intendimento è valso solo per il tempo necessario a superare la grave crisi scaturita dall’emergenza pandemica, visto che ora si torna a negare il diritto al rinnovo del CCNL”.
“Pertanto domani le lavoratrici e i lavoratori, sfiancati da un’attesa che sta mettendo a dura prova i due comparti e che grava pesantemente sui loro bilanci familiari, anche a causa dell’alto tasso di inflazione registrato in questi ultimi anni che ha eroso significativamente il potere d’acquisto, saranno in presidio dalle 9,30 alle 12 davanti alla sede della Regione Basilicata, in viale Verrastro, a Potenza”.
“La scelta di manifestare sotto la Regione Basilicata – si legge nel comunicato – ha la duplice valenza di chiedere alla Regione di sensibilizzare Aris e Aiop locali sulla vertenza nazionale, sui diritti e le richieste dei lavoratori che svolgono servizi pubblici essenziali, garantendo con professionalità cure e assistenza ai più fragili, ma anche quella di rilanciare le irrisolte problematiche prettamente regionali in un settore strategico, quale quello assistenziale e riabilitativo che impatta sul diritto alla salute dei lucani, dall’applicazione del giusto contratto al rinnovo delle tariffe, ferme al 2009”.
“Perché all’assurda pretesa di Aiop e Aris di vincolare il negoziato alla copertura integrale dei costi da parte del Governo e delle Regioni, non registriamo che un assordante silenzio delle istituzioni, che potrebbero e dovrebbero, a nostro avviso, anche rivedere i requisiti di accreditamento per chi non applica i giusti contratti e non rispetta i diritti dei lavoratori che passano anche dai rinnovi contrattuali”.
“In questo contesto, è amaro constatare anche che Aiop non ascolterà le richieste che verranno avanzate nelle centinaia di manifestazioni organizzate in tutta Italia in occasione dello sciopero perché ha scelto di svolgere, in piena coincidenza con lo sciopero nazionale del 22 maggio, la propria assemblea generale ad Atene, dimostrando ancora una volta scarso interesse nei confronti delle condizioni reali delle lavoratrici e dei lavoratori”.
“Dopo lo sciopero – conclude la nota – la mobilitazione continuerà con assemblee nei luoghi di lavoro, presidi e richieste agli Ispettorati Territoriali del Lavoro affinché si verifichi che le strutture accreditate rispettino i contratti collettivi, le condizioni di lavoro e i requisiti professionali del personale. Difendere chi lavora significa difendere anche la qualità dei servizi sanitari e socio-assistenziali offerti ai cittadini”.
Emilia-Romagna
“Il 22 maggio le lavoratrici e i lavoratori della Sanità Privata e delle RSA si fermeranno per una giornata di sciopero nazionale. Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione, le associazioni datoriali AIOP e ARIS non hanno fatto alcun passo in avanti e continuano a subordinare l’apertura delle trattative per il rinnovo contrattuale alla garanzia di una copertura integrale dei costi da parte di Ministero e Regioni. Un silenzio assordante e una posizione inaccettabile, che lascia circa 10 mila professionisti del settore in Emilia-Romagna senza contratto da 6 e 13 anni”. Lo dichiarano in una nota congiunta i segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Marco Bonaccini, Sonia Uccellatori e Paolo Palmarini, annunciando la mobilitazione per lo sblocco del contratto collettivo nazionale di lavoro Sanità Privata e per l’avvio della trattativa del contratto unico delle RSA.
“Il lavoro svolto nelle strutture sanitarie private accreditate è a tutti gli effetti un servizio pubblico che integra il Servizio Sanitario Nazionale, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Per questo chiediamo regole chiare e vincolanti per l’accreditamento: chi riceve fondi pubblici deve garantire salari dignitosi, il rispetto dei diritti e dotazioni organiche adeguate, esattamente come avviene nella sanità pubblica. Per questo chiederemo alla Regione Emilia-Romagna di fare la sua parte per inserire il criterio dell’obbligo di rinnovo del contratto per mantenere gli accreditamenti, chiedendo il vincolo attraverso la Conferenza delle Regioni, congiuntamente al ministero della Salute per fermare quella che è una corsa al ribasso dei costi che le aziende esercitano sulla pelle viva delle lavoratrici e dei lavoratori. Non permetteremo che il diritto al contratto resti ostaggio di logiche economiche che scaricano il rischio d’impresa sui lavoratori e sulla collettività”, proseguono Bonaccini, Uccellatori, Palmarini.
“In vista dello sciopero del 22 maggio – aggiungono – intensificheremo le mobilitazioni sui territori, con assemblee nei luoghi di lavoro, presidi e iniziative pubbliche, il 22 dalle ore 10.30 saremo davanti alla Regione a cui chiederemo di riceverci. È una battaglia di civiltà per chi lavora, ma anche per garantire ai cittadini la qualità dei servizi di cura e assistenza. Non ci fermeremo – concludono – finché non verranno sbloccati i rinnovi dei contratti e riconosciuta la piena dignità lavorativa e professionale a chi ogni giorno garantisce un diritto fondamentale come la salute”.
Lazio
Domani presidio davanti alla sede della Regione Lazio al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata accreditata, in sciopero, per chiedere il rinnovo del contratto collettivo. Alla protesta parteciperà anche il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola. “Nel Lazio – si legge nella nota – sono più di 30 mila le operatrici e gli operatori che assicurano cure e assistenza per conto del servizio sanitario regionale, ma che si ritrovano con buste paga ancora più povere del personale pubblico.
Sono parte integrante del nostro servizio sanitario regionale e nazionale, lavorano negli ospedali, nelle case di cura, nelle rsa, nei centri di riabilitazione, negli hospice, sono così fondamentali che senza di loro garantire i livelli essenziali di assistenza sarebbe davvero difficile. Eppure, vivono da anni con contratti scaduti, dumping salariale e sempre meno diritti”.
“Un’ingiustizia che deve finire – scrive la Cgil capitolina –. È inaccettabile che le associazioni datoriali continuino a tenere in ostaggio il rinnovo del contratto e bloccare l’aumento degli stipendi mentre fanno profitti da capogiro grazie ai soldi pubblici. Anche per questo – conclude Di Cola – chiediamo alle istituzioni del territorio e alle forze politiche di non restare a guardare, a partire dalla Regione Lazio. Chiediamo d’intervenire nei confronti delle associazioni datoriali affinché si sblocchi il rinnovo del contratto e finalmente si garantiscano gli stessi diritti e lo stesso salario a chi fa lo stesso lavoro”.
Liguria
Giovedì 22 maggio, in occasione dello sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Privata e delle Rsa, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Liguria indicono una manifestazione per il rinnovo dei contratti con un presidio in Piazza De Ferrari sotto il Palazzo Regione Liguria alle ore 10,00. “Oltre 200 mila professionisti sanitari vengono lasciati senza contratto. Da sei anni la sanità privata non rinnova i contratti e da ben 13 le Rsa: è una vergogna. È questo il modo in cui Aris e Aiop si prendono cura di chi ci cura? – insorgono le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Liguria –. Eppure queste lavoratrici e questi lavoratori si occupano ogni giorno della nostra salute e di tutelare i più fragili”.
Veneto
“Il 22 maggio le lavoratrici e i lavoratori della Sanità Privata e delle Rsa si fermeranno per una giornata di sciopero nazionale. Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione, le associazioni datoriali Aiop e Aris non hanno fatto alcun passo in avanti e continuano a subordinare l’apertura delle trattative per il rinnovo contrattuale alla garanzia di una copertura integrale dei costi da parte di Ministero e Regioni. Un silenzio assordante e una posizione inaccettabile, che lascia circa 10 mila professionisti del settore In Veneto senza contratto da 6 e 13 anni”. Lo dichiarano in una nota congiunta i segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Sonia Todesco, Alessandro Peruzzi, Mario Ragno annunciando la mobilitazione per lo sblocco del Ccnl Sanità Privata e per l’avvio della trattativa del contratto unico delle Rsa.
“Il lavoro svolto nelle strutture sanitarie private accreditate è a tutti gli effetti un servizio pubblico che integra il Servizio Sanitario Nazionale, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Per questo – proseguono i tre segretari –chiediamo regole chiare e vincolanti per l’accreditamento: chi riceve fondi pubblici deve garantire salari dignitosi, il rispetto dei diritti e dotazioni organiche adeguate. Per questo chiederemo alla Regione Veneto di fare la sua parte per inserire il criterio dell’obbligo di rinnovo del contratto per mantenere gli accreditamenti, chiedendo il vincolo attraverso la Conferenza delle Regioni, congiuntamente al Ministero della Salute per fermare quella che è una corsa al ribasso dei costi che le aziende esercitano sulla pelle viva delle lavoratrici e dei lavoratori. Non permetteremo che il diritto al contratto resti ostaggio di logiche economiche che scaricano il rischio d’impresa sui lavoratori e sulla collettività”.
“Una situazione vergognosa, quella del mancato rinnovo dei due Contratti Nazionali che lascia basiti sindacati e lavoratori tanto è il disinteresse dei datori di lavoro, della politica, dei governi e della regione che non si assumono la responsabilità di porre un freno all’impoverimento sempre più forte di questi lavoratori. L’inflazione di questi 6 e 13 anni ha letteralmente dimezzato le retribuzioni già misere in questi due settori. È tempo che tutti, ognuno per la sua parte, si assumano impegni precisi nei confronti di questi lavoratori”.
“In queste settimane, in vista dello sciopero del 22 maggio – aggiungono – abbiamo intensificato le mobilitazioni sui territori, con assemblee nei luoghi di lavoro, presidi e iniziative pubbliche, il 22 dalle ore 10.00 ci troveremo tutti in presidio davanti alla Regione Veneto in Campo San Tomà a Venezia e saremo ricevuti dall’Assessore Manuela Lanzarin. All’Assessore chiederemo impegni precisi, attenzione e vincoli ai datori di lavoro che vogliono convenzionarsi con la regione per l’erogazione dei servizi pubblici. Li consideriamo impegni di civiltà a favore di chi lavora, ma anche per garantire ai cittadini la qualità dei servizi di cura e assistenza”.
“Non ci fermeremo – concludono i segretari – finché non verranno sbloccati i rinnovi dei contratti e riconosciuta la piena dignità lavorativa e professionale a chi ogni giorno garantisce un diritto fondamentale come la salute”.