Firmato il Protocollo nazionale sulla sicurezza per la Fase2 fra Rai e tutte le sigle sindacali dei lavoratori dipendenti (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fnc-Ugl, Snater, Libersind-Confsal), dei giornalisti (Usigrai) e dei dirigenti (Adrai). Il Protocollo firmato con il Gruppo RAI, disciplina le attività del Comitato paritetico nazionale e dei comitati territoriali già esistenti in azienda, e prende le mosse dal Protocollo confederale sottoscritto il 24 Aprile da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.

Il Protocollo, si legge in una nota, "ha come fine quello di stabilire delle linee guida nazionali e territoriali per un rientro contingentato in azienda, con l'obiettivo che questo avvenga in modo ordinato e in sicurezza. Infatti, anche se RAI ha continuato a trasmettere durante tutta la pandemia, sono stati circa 6.000 dei suoi oltre 13.000 dipendenti a lavorare da casa durante l'emergenza".

Il Protocollo fissa inoltre per il 30 giugno l'inizio del confronto contrattuale per un accordo sullo smartworking post emergenziale, che riconosca diritti e le tutele per il lavoratore, a cominciare dalla volontarietà e dal diritto alla disconnessione. Per ciò che riguarda invece lo smartworking emergenziale, il Protocollo allarga la platea dei beneficiari prevista dal DL Rilancio, introducendo il principio della volontarietà del lavoratore che volesse continuare lo smartworking.

Inoltre, continua la nota, "ed è la cosa che consideriamo di importanza strategica come Slc, il Protocollo si estende anche ai lavoratori degli appalti, agli atipici e ai precari che lavorano all'interno delle sedi Rai". In base al Protocollo, infatti, non solo RAI è tenuta a vigilare che i suoi fornitori rispettino le normative in tema di sicurezza, ma si deve sostituire ad essi nel caso ciò non avvenga: se un lavoratore esterno dovesse essere sprovvisto dei DPI dentro una sede RAI, sarà quest’ultima a fornirglielo, facendo successivamente rivalsa contro il fornitore inadempiente. Un modo per garantire effettiva sicurezza a questo lavoratori spesso invisibili, e che, per SLC-CGIL, significa agire concretamente per ricomporre la filiera lacerata degli appalti.

A latere dell'accordo sul protocollo, ma non meno importante, i sindacati sono riusciti inoltre a sbloccare la selezione interna di 150 precari con contratto atipico, la cui stabilizzazione avverrà entro dicembre 2020 (prime 100 unità) e entro il primo semestre 2021 (i restanti).