È continuato anche oggi lo sciopero dei ciclofattorini del capoluogo siciliano. Martedì sera hanno interrotto le consegne domicilio i rider di Glovo e a loro si sono aggiunti anche lavoratori e le lavoratrici di Deliveroo.

Sono circa 1.500 i rider che protestano non salendo su bici, monopattini e motorini. “Un movimento di protesta nato spontaneamente, perché la situazione a Palermo è oramai disperata”, dice senza mezzi termini il segretario generale Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone.

Le ragioni dello sciopero sono talmente sentite e condivise che l’adesione alla protesta è stata totale, al cento per cento, e si è deciso di proseguire a oltranza, fino a quando non vi sarà un riscontro da parte delle aziende.

Stamattina un gruppo di rider ha protestato in via Emerico Amari, all’altezza del McDonald’s. Altri lavoratori si sono riuniti in altri centro di raccolta.

“L’abbassamento costante delle tariffe da parte delle piattaforme del food delivery, che continuano a utilizzare i rider come lavoratori autonomi, non è più sostenibile – aggiunge Brugnone - Guadagnare 2,70 lordi per una consegna, che per un rider a partita Iva significa 1,70 a retribuzione netta, costringe questi lavoratori a rischiare ogni giorno la propria vita sulle strade per niente. Chiediamo una paga dignitosa, si deve almeno parlare di 10 euro l’ora”.

“Oltre tutto, si sta verificando un fenomeno molto preoccupante nella città di Palermo, di continue aggressioni ai rider- denuncia Brugnone - Gruppi di giovani e di ragazzini simulano degli ordini fittizi, con un nominativo fasullo e il pagamento al momento della consegna, semplicemente per aggredire i rider e rubare il contenuto del pacco. E se il rider si oppone, lo aggrediscono. La scorsa settimana un rider è finito in ospedale con un dito e una costola fratturati”.

“Ordini da 2 euro e settanta non permettono di portare a casa abbastanza e di avere un lavoro dignitoso – si arrabbia Olga Giunta, segretaria della Filt Cgil Palermo con delega ai Rider – La protesta è non solo per avere le paghe aumentate in maniera sensibile, concreta, ma anche per avere maggiore sicurezza. I casi di aggressione che ci sono stati negli ultimi giorni in diversi quartieri di Palermo non si possono trascurare. E i rider hanno il diritto di sentirsi più sicuri, con un lavoro dignitoso e adeguato”.

“Cosa chiediamo? – proseguono Brugnone e Giunta - Un tavolo tecnico per ottenere più retribuzione, più bonus, più diritti e soprattutto sicurezza. Come tutti gli altri lavoratori. I rider sono uno spaccato, un microcosmo del precariato che esiste in questo momento in Italia. Sulla sicurezza chiediamo alla Prefettura di riunire tutti al più presto perché i rider non hanno un posto sicuro dove stare, il loro ufficio è la strada. I rider non hanno intenzione di fermarsi nella loro azione di protesta fino a quando il tavolo non verrà convocato con le piattaforme del food delivery”.