Rinvio a giudizio per sei dirigenti della ThyssenKrupp più un settimo imputato: l’azienda stessa nella sua interezza e come persona giuridica. Queste le richieste confermate all’accusa oggi, 13 ottobre, a Torino durante l’udienza preliminare per l’incendio alla ThyssenKrupp di Torino, dove il 6 dicembre 2007 persero la vita sette operai. L'udienza e' stata aggiornata al 27 ottobre. L'accusa più grave è quella mossa all'amministratore delegato Harald Espenhahn. È stato il procuratore Raffaele Guariniello, in una conferenza stampa successiva all’udienza, a spiegare le motivazioni dell’accusa: "Abbiamo chiesto il rinvio a giudizio di un imputato per il reato doloso, degli altri per omicidio e incendio colposo, di tutti e 6 per omissione dolosa di cautele antinfortunistiche”, ha spiegato Guariniello. Il pm ha aggiunto che anche la TK sarebbe imputabile dell’omicidio colposo commesso dai singoli, “perché – ha detto Guariniello - riteniamo che il reato sia stato commesso nell'interesse e a vantaggio della società".

“La nostra speranza – ha spiegato Guariniello - è che prima dell'anniversario di questa tragedia si arrivi alla chiusura della fase predibattimentale”, così da arrivare “all'avvio del dibattimento all'inizio del 2009".

Nel corso dell’udienza il pm Francesca Traverso – secondo una ricostruzione dell’Ansa – avrebbe analizzato la documentazione sequestrata durante le indagini. Traverso si è soffermata sulle responsabilità dei tre componenti del comitato esecutivo dell’azienda, ricordando – ricostruisce sempre l’Ansa – che già nel febbraio del 2007 si tenne una riunione in seguito a un incendio scoppiato in uno stabilimento in Germania: secondo l’accusa la Tk deliberò dei finanziamenti per la filiale torinese, che però non sarebbero stati utilizzati.

Oltre all'accusa questa mattina sono intervenuti anche alcuni dei legali di parte civile. Ed erano presenti come sempre i familiari delle sette vittime.

Nelle scorse udienze erano stati esclusi come parte civile il Codacons, per mancanza dei requisiti, e i 54 dipendenti che firmarono verbali di conciliazione con l'azienda. Ammessi invece 46 operai che non siglarono alcun verbale, Comune e Provincia di Torino, Regione Piemonte, i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Cobas, e l'associazione Medicina Democratica.

L’ammissione di sindacati e istituzioni come parti civili è stata giudicata dal segretario nazionale della Fiom Giorgio Cremaschi come “un fatto di grande valore”. “La nostra presenza nel processo penale – spiega il dirigente Fiom -, volto a accertare le responsabili dei drammatici fatti del dicembre scorso, sarà tutta tesa a ottenere una sentenza esemplare che faccia testo affinché tragedie di questo tipo non si possano più ripetere.” Per Cremaschi però “suscita indignazione il fatto che, a causa di un iniquo verbale di conciliazione della ThyssenKrupp, una parte dei lavoratori non sia stata ammessa come parte civile. Anche su questo piano, ci sono gravi responsabilità dell’Azienda che affronteremo anche sul piano legale.”