Si è tenuto questa mattina l’incontro programmato per il tavolo permanente della moda, presso il dicastero dello Sviluppo Economico. A presenziare il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e il Viceministro del medesimo dicastero Gilberto Pichetto. Le Istituzioni erano presenti, inoltre, con il Direttore generale del ministero del Lavoro, Romolo De Camillis; con il sottosegretario di Stato del ministero della Cultura Lucia Borgonzoni, e con il sottosegretario di Stato del ministero della Transizione ecologica Vannia Gava. Le parti sociali erano rappresentate dai segretari nazionali: della Filctem Cgil, Sonia Paoloni e Ugo Cherubini; della Femca Cisl, Raffaele Salvatoni; della Uiltec Uil, Daniela Piras. Al tavolo anche i rappresentanti delle associazioni datoriali del settore della moda.

A distanza di un anno dall’ultima convocazione (era il 14 luglio 2021, ndr) le organizzazioni sindacali "hanno ribadito le richieste già presentate al governo, al presidente del Consiglio e ai rispettivi ministeri con documenti congiunti sottoscritti da sindacati e dalle controparti di Confindustria Moda e associazioni artigiani, in cui erano presenti gli interventi necessari per la salvaguardia e lo sviluppo del sistema moda italiano".

La posizione assunta dai rappresentanti segreterie nazionali dei sindacati di categoria è stata così esplicitata: “In un anno i Ministeri preposti – si è ribadito - a differenza di quanto avevano annunciato, non hanno mai convocato i ‘tavoli tematici’ dedicati ad affrontare le singole specificità che contraddistinguono uno degli asset industriali più importanti e significativi del nostro paese. Il ‘Made in Italy’ necessita di interventi strutturali per la sua salvaguardia e il suo sviluppo. Le politiche per il sostegno al ‘reshoring’ e quelle sul monitoraggio del rispetto della legalità nella filiera della moda necessitano di investimenti, piani strutturali e norme più cogenti nella lotta alla contrattazione pirata. Sul salario, ribadiamo le posizioni assunte dalle confederazioni nazionali di Cgil, Cisl, Uil, presentate al premier Draghi verso un riconoscimento esteso della sana contrattazione nazionale, per la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori”, hanno concluso le segreterie nazionali dei tre sindacati.