Sir Oliver Skardy riesce a strappare un applauso ai lavoratori del presidio senza nemmeno intonare uno dei classici del suo repertorio. Lo ottiene offrendo la propria solidarietà a quelle donne e quegli uomini che da un mese dormono nei sacchi a pelo per rivendicare il diritto a uno spazio che ha fatto la storia del sindacato a Marghera.

"Qui ho anche suonato" ricorda il raggaeman venexiano, collaboratore scolastico in un istituto superiore della città. Era il 2012 e sul palco del Capanòn aveva concluso con le sue canzoni un'iniziativa della Cgil. "La prima volta – ricorda – sono venuto qui a mangiare quando il capannone era adibito a mensa. Avevo 17 anni e sono stati quelli i pochi giorni in cui ho lavorato in fabbrica".

A Marghera ci vuol poco e ci si conosce tutti. Quando Skardy arriva, il primo saluto è per Nicoletta Zago, ex delegata sindacale della Vinyls e simbolo delle lotte dei lavoratori del petrolchimico. "Tu sei quella che è salita sulla torcia a 150 metri di altezza" ricorda il musicista. Ed è subito chiaro come il futuro industriale di Porto Marghera stia a cuore a tutti. "Com'è successo che la gente abbia pensato che fossi contro i lavoratori quando hai scritto 'Marghera'" gli chiede Michele Pettenò, segretario organizzativo della Filctem di Venezia. E Skardy spiega la sua provocazione: "Sia che lavori in fabbrica o coltivi piante di pomodori sei un lavoratore e hai diritto a vivere una vita degna e libera".

Skardy ha raccontato di avere assistito alle numerose azioni di lotta degli anni settanta per ottenere migliori condizioni e più sicurezza. Per il cantante molte delle posizioni conquistate in quegli anni sono state perdute e il progressivo impoverimento di Marghera dal punto di vista economico e culturale ne è lo specchio. Nel suo repertorio numerosi i brani ispirati alla condizione degli ultimi e alle lotte del lavoro. In un suo pezzo del 2013 è campionata la voce di Maurizio Landini.