"La sottoscrizione del Piano strategico regionale per la salute e la sicurezza sul lavoro non è un traguardo, ma una tappa nella strada che deve portarci a fermare gli infortuni nei luoghi di lavoro". È con questo spirito che Cgil Cisl e Uil Veneto hanno organizzato l'assemblea regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls e Rlst) e dei delegati, che si è tenuta la mattina del 1° giugno alla Fiera di Vicenza. Vi hanno preso parte circa 700 lavoratrici e lavoratori, per fare il punto sui problemi della salute e della sicurezza sul lavoro, che in Veneto sono - purtroppo - ben lontani dall'essere risolti.

Lo testimoniano i dati Inail di recentissima pubblicazione, relativi al primo quadrimestre dell'anno. Tra gennaio e aprile 2022 le denunce di infortunio sono state 30.816, contro le 21.289 dei primi quattro mesi del 2021 (+ 44,75%). Non accennano a diminuire neppure le denunce di infortuni con esito mortale, che anzi passano, nello stesso periodo, dai 26 dello scorso anno a 27 di quest'anno. La provincia più colpita è Verona con 8 decessi, 6 nel Veneziano, 3 nelle province di Belluno, Rovigo e Treviso, 2 nel Vicentino e nel Padovano. Crescono anche le denunce di malattia professionale: 1164 contro le 1113 del primo quadrimestre del 2021 (+ 4,3%).

"Proprio nei giorni scorsi - hanno ricordato i segretari generali delle confederazioni regionali Tiziana Basso (Cgil), Gianfranco Refosco (Cisl) e Roberto Toigo (Uil) - si sono verificati quattro incidenti mortali; uno al porto di Venezia, uno a Porto Viro, uno a Sottomarina di Chioggia, l'ultimo in ordine di tempo a Chiampo, in provincia di Vicenza. Non possiamo dunque permetterci alcun indugio nel mettere in campo tutte le misure necessarie, a partire dall'attuazione del Piano regionale". 

"La soddisfazione - hanno proseguito - nel vederlo finalmente approvato e, lo scorso 2 maggio, sottoscritto non può farci dimenticare neanche per un momento quanto impegno occorre per renderlo efficace. Serve anzitutto definire un impiego chiaro e preciso delle risorse economiche (a oggi 7,5 milioni di euro: quelli previsti e provenienti dai fondi delle sanzioni), che devono diventare strutturali e non rimanere più connesse al mero pagamento delle sanzioni. Sono necessari la condivisione di standard minimi nelle modalità di esecuzione dei controlli, il rafforzamento della direzione regionale della prevenzione in tutte le sue articolazioni, il potenziamento della formazione specifica delle figure competenti e un aumento delle loro retribuzioni, spesso troppo poco competitive rispetto al privato. Infine, serve avviare e cofinanziare una campagna straordinaria di formazione congiunta delle lavoratrici e dei lavoratori, a tutti i livelli di mansione e responsabilità, come dei dirigenti e dei datori di lavoro, a partire dalle aziende dei settori a più alta esposizione di infortuni. La partecipazione a questa iniziativa di un numero così significativo di Rls e Rlst provenienti da ogni realtà produttiva del Veneto dimostra che il sindacato c'è e proseguirà la sua azione finché i risultati non saranno tangibili, fino a quando le persone smetteranno di morire e di infortunarsi gravemente nei luoghi di lavoro".

La giornata è stata aperta dagli interventi dell'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. Il piano strategico è stato illustrato dal dottor Michele Mongillo, della Regione Veneto. Le novità normative sono state spiegate dal prof. Giovanni Finotto dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Ci sono poi stati gli interventi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali e territoriali, che hanno raccontato le condizioni in cui si opera nelle fabbriche, nei centri logistici, nei cantieri del nostro territorio. In conclusione, la tavola rotonda - moderata da Piero Erle, del Giornale di Vicenza - con i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Veneto e il direttore dell'Ispettorato del Lavoro del Nordest, Aniello Pisanti.